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Ma si era allenata bene girando «The Island» con McGregor

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Ma cosa succederebbe se si potesse duplicare un essere umano allo scopo di utilizzare i suoi organi, una volta che quelli del suo proprietario diventassero vecchi o malati? È questo il dilemma che pone il film «The Island», diretto da Michael Bay (già noto per aver firmato la regia di "Armageddon" e "Pearl Harbor"), interpretato da Ewan McGregor con Scarlett Johansson e da venerdì nelle sale. La produzione è della Warner in collaborazione con la Dreamworks, visto che l'idea della sceneggiatura è arrivata da Steven Spielberg in persona. La storia, sospesa tra thriller d'azione futuristico e dramma melò, si svolge nel 2050, in un'area protetta dove Lincoln (McGregor) e Jordan (Johansson) vivono insieme con migliaia di persone in una società irregimentata, che decide tutto per loro: cosa mangiare, cosa indossare, come lavorare. Periodicamente, si tiene una lotteria per dare la possibilità ai vincitori di raggiungere l'agognata isola: un magnifico paradiso, ultimo baluardo rimasto incontaminato sul pianeta, unica zona dove è possibile ripopolare la Terra. Ma tra le diverse generazioni di cloni, la tipologia Eco - quella di Lincoln - è riuscita troppo bene, al punto tale da scoprire la verità. L'isola non esiste, ma esiste solo il business del complesso Merrick Biotech che inganna i propri clienti, dicendo di clonare organi tenuti in stato vegetativo: invece, il Dr. Merrick crea ed usa gli "agnati", ovvero dei cloni umani. A ridare libertà e dignità agli "agnati" saranno proprio Lincoln e Jordan, aiutati alla fine da un impietosito capitano dei servizi speciali, Laurent, interpretato da Djimon Hounsou (già noto per «Il miglio verde» e per la sua candidatura all'Oscar con il film «In America»). Girato tra Detroit e i deserti della California e del Nevada, «The Island» offre, oltre a delle godibili scene d'azione, un'estetica futuristica e tecnolgica davvero interessante. Straordinari i veicoli usati sul set, come gli Whispers - che segnano l'esordio nel cinema degli Eurocopter Ec 120, capaci di viaggiare a 150 miglia all'ora e dotati di mille gadget hi-tech. Per non parlare della Cadillac Cien, un prototipo del 2002 costato più di 7 milioni di dollari. Ma il valore della Cadillac è nullo se paragonato allo Yacht di Lincoln: il Wally Power 118, del valore di 25 milioni di dollari, dotato di tre motori Harrier per poter navigare a 80 miglia all'ora e di proprietà di un signore italiano che per ora ha fatto sapere solo il suo nome di battesimo, Luca.

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