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«In italiano so dire solo ti amo»

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Stufa di fare la brava ragazza con nuovi ruoli scandalizzò gli Usa

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Con queste parole, nel 1949, Ingrid Bergman, si descriveva a Roberto Rossellini, che aveva da poco girato «Roma città aperta». Il prossimo 29 agosto sarà il novantesimo anniversario della nascita dell'attrice, scomparsa nel 1982. Ma l'immagine della Bergman conserva intatto il carattere romantico e insieme determinato che ebbe sullo schermo e in una vita che, iniziata a Stoccolma il 29 agosto del 1915, si dipanò tra Europa e America, tra film hollywoodiani come il celeberrimo «Casablanca» e il post neorealismo di «Stromboli - Terra di Dio». Divenuta «santa e prostituta e poi nuovamente santa, in una sola vita», come lei stessa ebbe a dire, Ingrid Bergman ebbe una vita non facile, costellata di lutti e di amori: perse entrambi i genitori quando era ancora bambina e si sposò tre volte. Tra i suoi matrimoni quello criticatissimo proprio con il regista italiano Roberto Rossellini. Il successo sullo schermo si concretizzò in tre Oscar. Il cancro segnò la fase finale della sua vita e la vinse quando aveva 67 anni, nel giorno stesso del suo compleanno. La svolta della sua carriera nel 1939, quando Ingrid lascia la Svezia alla volta degli Usa. Gary Grant solo qualche anno più tardi potrà affermare: «Ci sono solo sette stelle del cinema al mondo i cui soli nomi spingono i banchieri americani a dare fondi per le produzioni cinematografiche, e l'unica donna della lista è Ingrid Bergman». Presto, stufa della maschera da «brava ragazza», Ingrid stupisce e delude molti dei suoi fans americani interpretando ruoli come quello della prostituta Ivy in «Dottor Jekilll e mr. Hyde», di Victor Fleming. Seguono il melodramma giallo «Follia», di W.S. Van Dyke e la commedia sentimentale «La famiglia Stoddard», di Gregory Ratoff, entrambi del 1941. «Suonala ancora Sam», dice la Bergman interpretando uno dei suoi ruoli più celebri, quello di Ilse, in «Casablanca». Il film di Michael Curtiz con Humphrey Bogart è del 1942 e rimane forse la sua interpretazione più conosciuta. «La verità - raccontò poi la Bergman a proposito di Casablanca - è che nessuno di noi sapeva come sarebbe stato il finale, e io, fino all'ultimo, ero indecisa su quale dei miei due uomini scegliere». Con Alfred Hitchcock l'attrice svedese adottata dagli Usa, gira «Io ti salverò», e il grande successo «Notorius», ricordato, tra l'altro, per il più lungo bacio della storia del cinema, che è appunto quello tra la Bergman e Clark Gable. Ancora per Alfred Hitchcock, nel '49, interpreta «Il peccato di lady Considine», da molti considerato una delle migliori prove dell'attrice, in cui incarna una ragazza dedita all'alcol, che un cugino innamorato tenta di salvare. Nei sette anni che trascorre in Italia, Ingrid Bergman gira con Rossellini cinque film, che la consacrano al successo nel nostro Paese. Tra questi, sono da ricordare «Europa 51», «Viaggio in Italia» e «Giovanna d'Arco al rogo», l'ultimo film che vede insieme i due sul set e nella vita. Nel più triste dei suoi compleanni, il 29 agosto del 1982, l'attrice muore nella sua casa londinese. I suoi resti vengono cremati, una parte delle ceneri è sparsa sulla costa svedesi e una piccola parte, giace, a memoria, nel cimitero a nord di Stoccolma. Nella «Hollywood walk of fame», una stella ricorda il suo splendore.

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