Debora, dal concorso al Processo
Un metro e settantacinque di altezza, misure da infarto (93-60-90). Lei è Debora Salvalaggio, 20 anni da Latina, la nuova Signora del Processo. Sarà infatti lei ad accompagnare Biscardi nel corso della 26esima edizione della trasmissione che si metterà in moto a partire dal 29 agosto. Una gran bella compagnia ma con qualche sassolino da togliersi dalla scarpa. Nel 2003 a Salsomaggiore alla finale di Miss Italia, era contrassegnata dal numero 26. Quel sorriso smagliante stampato sul piccolo schermo. Ad un passo dalla vittoria. Era la più bella, la più affascinante. Il successo in pugno. Poi, il verdetto. Arrivò seconda per un maledetto gioco del destino. Rabbia e ancora rabbia. Come andò quella sera? «Quel giorno dentro di me ho sentito, negli ultimi minuti della manifestazione, una grande gioia. Stavo assaporando il gusto della vittoria, perchè tutti mi facevano i complimenti. Ma dopo che il verdetto ha premiato la mia diretta concorrente, è scesa, dopo una naturale inquietitudine, una pace e una serenità, perchè mi sono detta che in fondo era un gioco. E non ho dato retta a chi affermava che si era consumata una grande ingiustizia. Nella vita bisogna andare avanti sempre e comunque». E dalla prossima settimana il Processo: che effetto le fa esordire sul piccolo schermo in una trasmissione così importante e popolare? «Una grande emozione e un grande onore. Spero di vincere la tensione che mi attaneglierà quando il 29 di agosto si accenderanno le luci e Biscardi mi presenterà al suo grande pubblico nella prima puntata del 26esimo anno del Processo». Ma com'è Debora nella vita di tutti i giorni? «Sono una ragazza semplice che ha pensato a studiare senza smettere di credere nella possibilità di entrare, un giorno, nel grande giro della tv. E quando sono stata chiamata dalla Frenter Comunication a fare la selezione, ci sono andata con l'animo sereno, senza pensare minimamente che si potesse verificare quanto accaduto a Miss Italia». Cosa si aspetta da questa esperienza televisiva? «Semplicemente di crescere ed imparare l'arte vicino a un maestro come Aldo Biscardi». Potesse tornare indietro, cosa non rifarebbe? «Rifarei tutto e non mi pento di nulla». Il suo sogno nel cassetto. «Affermarmi per il mio valore e non per una bellezza che resta sempre una cosa effimera. La bellezza aiuta, ma non è determinante». Emozionata? «Tanto, anzi, tantissimo. Ma proprio la presenza di Biscardi, che ha "governato" tante padrone di casa, mi rasserena». Ancora una domanda: segue il calcio e per chi tifa? «Seguo il calcio, ma Biscardi mi ha "suggerito" di tenere nascosti i miei sentimenti. Il football mi piace, anche se non sono una super tifosa, se non della Nazionale e della maglia azzurra. È la pura verità».