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Camilla, spia per amore negli anni del fascismo

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A far da cornice alle vicende narrate dal romanzo la ricostruzione accurata e ironica dell'Italia anni Venti

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Una donna di inizio secolo al centro d'una storia che è, soprattutto, un affresco tanto accurato quanto ironico, dell'Italia anni '20, l'Italia delle camicie nere e dei proclami del Duce, l'Italia che stava correndo, senza saperlo, verso la più grande catastrofe della sua storia. Tutto ne «Il segreto di Camilla», ultima di fatica di Lorenzo Del Boca, giornalista e presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti nonchè autore di libri e di saggi con i quali presenta «l'altra storia» del Risorgimento e dell'Età Contemporanea col suo piglio polemista, al di fuori delle convenzioni, talvolta controcorrente. La vicenda di Camilla Agliardi, del suo maturo amante Vittorio Amadeo, del maresciallo della Marina Ugo Triviglia (che già da solo, con quel suo nome fantozziano, sembra evocare le tante incapacità del regime) è in realtà un pretesto per raccontare, con quello stile un po' dissacratorio, ma sempre storicamente adeguato, come alle fanfaronate "da balcone" corrispondesse spesso, se non quasi sempre, una inadeguatezza politico-militare che nemmeno le sparate del Duce riuscivano a mascherare. E, a far da filo conduttore di tutta l'avventura, la figura di un uomo, il capitano Frignani dei carabinieri, che illustra molto bene, con un'involontaria beffa del destino, il percorso seguito in quegli anni da molti italiani: investigatore sagace delle manovre spionistiche di Camilla, fino a condurla davanti al Tribunale speciale fascista con i suoi due complici, Frignani sarà anche l'uomo che arresterà Mussolini, si lascerà alle spalle la sua carriera nell'Ovra per abbracciarne una nuova fra i partigiani per finire poi massacrato alle Fosse Ardeatine dai suoi ex alleati. Frignani non è il personaggio principale, ruolo che resta cucito addosso a Camilla come uno dei suoi vestitini da passeggio che così volentieri esibiva, ma è la metafora involontaria dei destini di un'intera nazione. Quella stessa nazione che Camilla, Mata Hari del Ventennio, con la paura dei gatti neri e dei cappelli sul letto, aveva tradito prima assecondando l'amore della sua vita Francesco Traviglia (fratello di Ugo) che si era dedicato al commercio di informazioni con i servizi segreti francesi e poi una volta morto Francesco, sfruttando i problemi economici di Ugo, sottufficiale al ministero della Marina, per indurlo a trafugare informazioni riservate (riservatissime, come dirà il pubblico ministero al processo, più che riservatissime) per rivenderle a quelli stessi francesi già in affari con il suo ex amante. L'avvocato Amadeo, in tutto questo giro, ci fa un po' la figura del vecchietto ringalluzzito dalle attenzioni della giovane avventuriera che lo usa soprattutto come base economica e logistica. E, alla fine, è anche l'unico che, più per manifesta stupidità che per altro, verrà assolto al processo. La storia è avvincente, e si legge d'un fiato, assorbendo, fra un passaggio e l'altro delle vicende di Camilla, anche una serie di informazioni sulla vita del tempo, distribuite con giusta leggerezza dall'autore che riesce, in un mix di moderno e storico, a portarci per mano sia nell'intreccio del romanzo, sia nelle vicende storiche, senza annoiare mai. Uno stile, quello di Del Boca, già consolidato nelle sue opere precedenti e nelle quali (basta ricordare Maledetti Savoia) come anche in questa, riesce a conservare un atteggiamento distaccato e spesso dissacratorio verso quelle istituzioni che i libri di scuola ci hanno tramandato come "fulgidi esempi" della storia nazionale. Ed anche in questa occasione, raccontando le vicende di Camilla e dei "suoi" uomini, quelli che in qualche modo ne hanno costituito l'entourage ed al tempo stesso le vittime, Del Boca traccia un quadro della vita italiana del tempo, delle incongruenze del sistema ed al tempo stesso dell'ottusa adesione delle masse (che poi, trasformatesi in singoli, sbeffeggiavano il Duce e il Fascio scribacchiando nei gabinetti delle stazioni) che permette ancora una volta di rivisitare periodi cruciali del nostro recente passato

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