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L'America reinventa la Caput Mundi

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In «Rome» il passaggio dalla Repubblica all'Impero visto con gli occhi di due soldati «borghesi»

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A partire dal 28 agosto si potrà vederla su HBO, la pay tv statunitense che ha prodotto numerosi successi come «I Soprano», «Sex and the City», «Six Feet Under», dopo aver messo in campo una massiccia campagna pubblicitaria. Dodici episodi, ogni domenica alle 21, con l'ambizione di voler raccontare l'Antica Roma, sia attraverso gli occhi degli eroi dell'epoca che quelli della gente comune ed il loro vissuto quotidiano. Presentato come uno dei serial storici più costosi della Tv Usa, «Rome» è stato quasi interamente realizzato, a partire dallo scorso marzo, a Cinecittà. Verio e proprio mix di diversi generi (dramma, action e commedia), la serie è stata finanziata dal canale HBO e dalla televisione pubblica inglese BBC, in associazione con Rai Fiction che ha messo a disposizione la sua specifica esperienza nella produzione di fiction storica, decisamente all'avanguardia in Europa. «La nostra Città Eterna sarà diversa da quella che abbiamo visto migliaia di volte, perché è la storia della vita quotidiana dei romani e dei soldati di quel tempo», ha annunciato Chris Albrecht, boss di HBO. «È raro vedere in tv la complessità ed il colore dell'antica Roma - ha detto il produttore esecutivo Bruno Heller - La Caput Mundi allora aveva più a che fare con Città del Messico o Calcutta che con i marmi bianchi che l'hanno fatta conoscere ai posteri. Roma era un posto di vibranti colori e vibrante crudeltà, piena di dinamismo e caos. Questo abbiamo cercato di raccontare. Una società formata da una piccola elìte e da una grande massa di poveri che doveva combattere con gli stessi problemi di oggi: crimine, disoccupazione, malattia e la continua lotta da parte dei pochi che avevano il potere per continuare a detenerlo. Roma per un occhio intelligente, potrebbe essere un'ottima lezione anche per noi contemporanei». Con queste premesse qualche critico si è chiesto se la rappresentazione sarà vicina alla realtà o molto romanzata come è già avvenuto ad esempio per alcuni kolossal a stelle e strisce tipo «Il gladiatore». Per far spazio alla spettacolarità spesso si tralasciano alcune importanti verità storiche. Un aspetto che potremo verificare presto dato che si parla da tempo della possibile messa in onda della fiction anche in Italia. La storia comunque gira intorno a due soldati, Lucio Voreno e Tito Pullo, appartenenti a due importanti famiglie romane sullo sfondo degli avvenimenti che condussero al crollo della Repubblica e alla successiva nascita dell'Impero Romano. Le loro vite ad un certo punto si incroceranno con quelle dei grandi del tempo, da Giulio Cesare a Marco Antonio ed Ottaviano. Il tutto ambientato nel '51 a.C., negli anni in cui Caio Giulio Cesare, terminate le celebri campagne militari in Gallia, torna dopo otto anni a Roma con l'intenzione di apportare alcuni cambiamenti di ordine sociale ai quali però si oppone l'aristocrazia. I primi tre episodi di «Rome» sono stati diretti dal regista inglese Michael Apted, a cui sono seguiti Allen Coulter, Julian Farino, Jeremy Podeswa, Alan Poul, Mikael Salomon, Steve Shill, Alan Taylor e Timothy Van Patten. Il cast comprende anche gli attori Kevin McKidd (Lucio Voreno), Ray Stevenson (Tito Pullo), Ciaran Hinds (già in «Era mio padre» e che sarà nel «Miami Vice» di Michael Mann) nei panni di Cesare e James Purefoy («Vanity Fair») in quelli di Marco Antonio. Tra gli ideatori e sceneggiatori del progetto c'è anche John Milius, autore di «Apocalipse Now» e regista di «Conan il barbaro» e di «Un mercoledì da leoni».

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