Gilliam: «Io come Orson Welles, registi improvvisati sulla strada»
Fotografi impazziti, fan in caccia d'autografi, che lui dà volentieri scarabocchiando disegnini sui fogli che gli vengono allungati, Gilliam viene festeggiato e premiato davanti al pubblico, in Piazza Grande, durante la proiezione di «Time Bandits», film del 1981 prodotto dal Beatles George Harrison e suo primo successo. Autore di sensibilità nomade, come è stato felicemente definito, eccentrico, amante del rapporto fra mito e realtà nella storia, Gillian non si è sottratto alle domande su quelli che sono considerati i suoi unici fallimenti professionali: «L'uomo che uccise Don Chisciotte», mai portato a termine, e «Le avventure del barone di Munchausen», ritenuto dall'ambiente del cinema un disastro finanziario. Diviso fra i ruoli di attore e regista, Terry chiarisce subito: «Non mi piace molto recitare, quando lo faccio sono sempre un po' nervoso. Invece da sempre volevo diventare regista anche se per arrivarci ho percorso una strada tortuosa: non ho fatto nessuna scuola e vi sono arrivato da autodidatta facendo film». È una caratteristica che l'avvicina a Orson Welles, gli è stato fatto notare. «Davvero? Mi fa piacere - ha sottolineato - abbiamo in comune un Don Chisciotte: lui non l'ha finito, io spero di farlo se termineranno i problemi legali fra la casa di produzione francese e una compagnia di assicurazione tedesca. È un labirinto, ma confido di poter riottenere la sceneggiatura, che è bloccata per questi motivi. E su "Munchausen" posso solo dire che era una pellicola fantastica ma i distributori non ci hanno creduto: negli Stati Uniti sono state diffuse solo 117 copie, una sorta di test». Quindi a conclusione dell'incontro Gilliam ha ribadito il suo sconfinato amore per la fiaba, il fantastico, il mito. Guarda caso gli elementi che sono alla base de «I fratelli Grimm», ultima fatica del regista (con una splendida Monica Bellucci) che sarà uno degli appuntamenti più attesi alla prossima Mostra di Venezia.