«Sono geloso dei miei pacchi»
È un Paolo Bonolis che potrebbe, nel 2006, rappresentare una forte e temuta concorrenza proprio per la sua ex creatura «Affari tuoi» in onda su Raiuno con la coppia Fazio e Teocoli. Infatti il conduttore è accreditato come padrone di casa di un format polacco analogo a quello dei pacchi ma con le buste o le valigie al posto degli stessi pacchi che dovrebbe andare in onda su Canale 5 in una collocazione panino con «Striscia la notizia». La realizzazione del format è rigorosamente top-secret. Intanto Super Paolo spiega il passaggio a Mediaset e la sua filosofia di vita. Lei ha regalato all'azienda successi come «Affari tuoi», il Festival di Sanremo e Domenica in. Perché l'addio a viale Mazzini? «Ho avuto la sensazione che in Rai si sia fatto in modo che me ne andassi. Se ognuno è libero nelle proprie scelte è anche vero che non è piacevole rimanere in un luogo di lavoro dove si viene guardati stranamente e dove forse la propria presenza può rappresentare un problema. In due anni ho dato tutto me stesso all'azienda, ma quando ci si sente dire che forse si sta esagerando, allora io salgo su un altro vagone. A qualcuno poteva sembrare che fossi solo io a muovermi, portare idee nuove e a rischiare in prima persona laddove non c'era il coraggio di rischiare. Invece erano gli altri a essere fermi». È andato via con una sgradevole opinione di mamma Rai... «La Tv pubblica è soggiogata dalla politica. Sembra il territorio di nessuno, una sorta di striscia di Gaza. Dovrebbe esserci un dirigente stabile nel tempo a farsi carico dei problemi e ad agire nell'unico interesse dell'azienda. Io desidero avere la coscienza pulita e tranquilla. Dopo tanti obbiettivi raggiunti, potrei continuare a vivere anche senza far più questo mestiere, perché sono soddisfatto dei risultati ottenuti senza l'appoggio di botteghe politiche e senza scheletri nell'armadio. Lo dico senza astio e rancore, non mi è mai piaciuto assecondare strane trame». Dunque non è stata la proposta economica di Mediaset ad allettarla? «Con giustizia sommaria è stato dato in pasto alla gente un Bonolis traslocato per denaro. E su di me ho letto cose che potrebbero essere state scritte dai fratelli Grimm, tanto erano inverosimili. Io sono andato via perché non potevo più stare in Rai. D'altra parte al pubblico non interessa il canale dove appaio». La sua sostituzione ad «Affari tuoi» è stata sofferta e difficile. Cosa pensa della nuova conduzione di coppia Fazio-Teocoli? «Considero "Affari tuoi" una trasmissione compendio del mio excursus professionale e personale in cui era privilegiato il rapporto con la gente. Fazio e Teocoli hanno in mano una delizia. Confesso di essere un po' geloso e di fare fatica a parlarne. Ma stimandoli ambedue sono certo che troveranno una formula anche migliore della mia. Se per assurdo, però, non dovessero sentirsela, meglio abbandonare l'idea. La Rai ha vissuto 54 anni senza "Affari tuoi"». A cosa attribuisce la sua grande capacità di comunicare con la gente? «Soprattutto all'assenza di testi scritti che trasformano il conduttore in un attore e gli impediscono di esprimersi con il cuore. Io mi considero parte della gente comune con cui amo relazionarmi, magari al bar, ascoltandone opinioni e problematiche. Quel feeling quotidianamente rivive in Tv. L'unico fattore discriminante è determinato dal settore diversamente remunerativo nel quale io lavoro rispetto all'uomo della strada». Ci spiega la formula della sua nuova trasmissione di seconda serata "Il senso della vita" in onda dal 20 settembre? «In quanto attento alla letteratura sarebbe stato un programma perfetto per un servizio tv pubblico. Sarà un appuntamento innovativo e talmente bello da aver bisogno di tempo per rodarsi. Per il mio ritorno alla prima serata bisognerà attendere il 2006». Ce l'h