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DICONO che «nel suo catalogo editoriale sia scritta la vicenda dei suoi incontri con letterati e saggisti, ...

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Lo raccontano come personalità eclettica, dal carattere talvolta irriverente. Ma Neri Pozza, scomparso il 6 novembre 1988 a Vicenza, città che gli aveva dato i natali il 5 agosto di sessantasei anni prima, è noto per l'attività di scultore, come suo padre Ugo, e poi di incisore. Ampia la sua produzione di figure, gruppi, testine modellate nella creta o fuse nel bronzo, dove è forte il richiamo di due maestri del Novecento, eletti a modelli: Arturo Martini e Marino Marini. Dal '51 però Pozza si dedica all'incisione, e qui il motivo inspiratore sarà la sua città, Vicenza. Espone alla Biennale di Venezia nel '52 e nel '58 e alla Quadriennale di Roma. Dopo l'esperienza della Resistenza, nel '46 fonda la casa editrice che porta il suo nome e con la quale promuove una intensa attività editoriale: libri di argomento artistico letterario storico, edizioni di pregio. Tiene rapporti epistolari con i più grandi intellettuali del suo tempo, a cominciare da Benedetto Croce. Nell'archivio dell'editrice sono conservate missive di Pavese, Prezzolini, Bontempelli, Cecchi, Luzi, Marchesi. Nella sua produzione letteraria si distingue, tra l'altro, con «Processo per eresia» (1970 Premio Selezione Campiello), «Commedia familiare» (1975), collabora con La Stampa e Il Mondo. Ha anche il merito di aver promosso la conoscenza e lo studio del patrimonio culturale ed artistico veneto: ne sono testimonianza i volumi su Venezia, Padova, Vicenza e le collane edite per la Fondazione Giorgio Cini. Proprio alla Fondazione Pozza dona cento disegni e quattrocento incisioni (da De Pisis a Morandi, da Rosai a Fazzini, da Guttuso a Consagra) raccolte insieme alla moglie Lea Quaretti. Nel 1982 l'Università di Venezia gli conferisce la laurea honoris causa. Val. Ins.

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