Dal Vaticano i pesci di Picasso e il Perugino
Ogni Paese del Vecchio Continente viene chiamato, infatti, ad esprimere la sua cultura e la sua tradizione attraverso la cucina e la presentazione dei suoi piatti tipici. Questa tematica appariva però complessa per lo Stato della Città del Vaticano che ha, per sua natura, una proiezione internazionale, ed allora il collegamento con la gastronomia è stato cercato nel patrimonio artistico dei Musei Vaticani. Per illustrare i due francobolli da 80 (nella foto) e 62 centesimi sono stati prescelti, infatti, due piatti in ceramica che raffigurano pesci dipinti da Pablo Picasso. Tiratura è di 300 mila serie. DAL 1964, per volere di Paolo VI, sulla parete di fondo della biblioteca dell'appartamento pontificio del Palazzo Apolstolico è stata posta la Resurrezione di Cristo del Perugino che ha fatto da sfondo a tutte le udienze degli ultimi pontefici. L'opera venne realizzata da Pietro Vannucci nel 1499, in soli due mesi, per decorare una cappella della chiesa di San Francesca al Prato a Perugia. Nel 1797 venne trasferita da Napoleone a Parigi, per essere poi restituita alla Santa Sede nel 1815 a seguito degli accordi del Congresso di Vienna. Da allora, fino alla sistemazione attuale, fu esposta nella Pinacoteca Vaticana fondata da Pio VII nel 1816. A 660 anni dalla morte del Perugino, le Poste Vaticane proprranno la sua splendida opera su una raffinata serie stampata dall'olandese John Enschedè. Il valore di 2.80 euro (nella foto) mostra il dipinto intero, i francobolli di 60, 62, 80 centesimi e 1 euro ne propongono particolari.