di DINA D'ISA IN OCCASIONE dell'apertura della prima edizione del Santa Marinella ...
Il restauro del film, tratto dall'omonimo romanzo che Giorgio Bassani scrisse proprio a Santa Marinella, è stato curato dall'Associazione Amici di Vittorio De Sica, di cui è presidente Manuel De Sica, figlio del grande regista e curatore della colonna sonora, che conquistò una nomination all'Oscar, mentre la pellicola vinse nel 1971 l'Orso d'oro e l'Oscar come miglior film straniero. Lino Capolicchio, Dominique Sanda e Fabio Testi, ottennero così fama internazionale come interpreti memorabili di un triangolo amoroso, consumato in un'aristocratica famiglia ebraica di Ferrara, repressa da rastrellamenti e soprusi, fino alla tragica deportazione. Ieri, nella Casa capitolina del Cinema, alla presenza di Pietro Tidei e di Giuliano Notazio (rispettivamente sindaco e assessore alla cultura di S. Marinella), di A. Maria Camerini (presidente della fondazione Gli Archivi del '900) e del critico letterario Arnaldo Colasanti (membro del comitato artistico del Festival), Manuel De Sica e Capolicchio hanno ricordato diversi aneddoti dell'epoca. «Mio padre fece questo film a costo contenuto, in cambio di una percentuale (che non vide mai) sugli utili ricavati - ha raccontato Manuel De Sica -. Bassani fece causa a mio padre, il quale organizzò una proiezione per Luchino Visconti, Federico Fellini e Gianluigi Rondi, che diedero al film l'attestato di "non lesa maestà"». Per Capolicchio, Vittorio De Sica fu «un maestro straordinario, capace di far recitare anche le pietre. Tanto era garbato, dolce e tenero nella vita privata, quanto era duro sul set. Morì lasciando un progetto in sospeso che mi vedeva protagonista de "La Vergine Orsola", episodio tratto dalle "Novelle della Pescara" di D'Annunzio. Dopo "Il Giardino dei Finzi Contini", a San Francisco ero famoso come Paul Newman e Steve MacQueen, ma questo i produttori italiani lo hanno sempre ignorato».