Serena: il mio nume tutelare è Totò Neri: la televisione umilia i comici
Comicità nazionale e internazionale a confronto per una godibile, nonché preziosa opportunità di assistere a stili diversi nella messa in scena comica secondo le sue possibili espressioni come il teatro di strada o di provocazione, l'affabulazione della parola così come l'intelligenza del linguaggio mimico. Ma l'aspetto più significativo è il non mai retrivo italum acetum che continua a caratterizzare uno degli aspetti più esuberanti e straordinariamente inventivi del nostro Paese. Cambiano gli usi ma le idee e le loro realizzazioni trovano costantemente linfa vitale per rappresentare un'umanità che volente o nolente resta sempre vittima e carnefice di se stessa contemporaneamente. Ma è sempre il miglior modo quello di individuare vizi e virtù con il sorriso che seppur piccante rappresenta forse l'espressione più efficace, arguta e profonda di osservazione ed elaborazione critica. Moltissimi gli ospiti e le proposte del festival organizzato da Tunnel. Ieri sera hanno aperto l'evento Serena Dandini e Neri Marcorè con "Amo" per la serata dedicata a "Satira e Dintorni". Allo spettacolo hanno partecipato anche Paola Minaccioni e Federica Cigola, giovani talenti del Laboratorio dell'Ambra Iovinelli di Roma, già note al grande pubblico per le partecipazioni sul piccolo schermo (Bra, Mmhh, Bulldozer, Sabato Italiano). Ospite internazionale, il veneziano Ennio Marchetto, vero talento che è riuscito a imporsi all'attenzione della critica e del pubblico di tutto il mondo: uno straordinario trasformista dà vita a costumi di carta ricalcando il carattere e lo stile di molti personaggi. Un esempio: Whitney Houston gorgheggiante si inceppa sulle note di "I will always love you" per diventare una scatenata Tina Turner incantatrice di serpenti. Ma le due punte di diamante restano loro, Neri Marcorè e Serena Dandini. Marcorè, cosa rappresenta per lei lo spettacolo "Amo"? «Soprattutto una trasposizione sul palco di personaggi come Maurizio Gasparri, Amedeo Minghi, Alberto Angela, Piero Fassino fatti in tv. E poi resta fondamentale il fatto che vogliamo divertirci e divertire». Napoli è stato sempre un ideale luogo deputato per la creatività di molti comici. Ce n'è uno da lei prediletto? «Sicuramente Troisi: la sua smorfia, la sua comicità intelligente e profonda, ricca di malinconia e di fatica di vivere». È vero quanto si dice, ovvero che molti comici non fanno in realtà ridere? «La televisione è responsabile, non i comici. Questi si orientano verso la tv per emergere nel modo più facile ma restano vittime dell'ingordigia del mezzo». Dandini, come è nato lo spettacolo "Amo"? «Dal monologo finale di Neri Marcorè, magnificamente accompagnato dalle improvvisazioni al basso di Lele Marchitelli. Ma è essenzialmente un atto d'amore tra me e Neri e tra noi e gli spettatori». Lei ha un nume tutelare? «Sì, Totò che ha debuttato all'Ambra Jovinelli, dove lavoro attualmente e dove per la prima volta abbiamo proposto lo spettacolo "Amo"». Lei è considerata una sorta di "dea della satira", e proprio qui a Napoli lei ha condotto il "Pippo Chennedy Show"... «Sì, ed è stato un momento della mia vita memorabile. Un'esperienza che ricordo sempre con molto piacere. La stessa città di Napoli ci offrì molti spunti comici. Ricordo anche la bravissima Rosalia Porcaro col mitico personaggio di Veronica». Gli altri appuntamenti del Napoli Cabaret Festival 2005, prevedono per questa sera "Musica e Comicità" con Sergio Grilli e la sua band; ospite internazionale Johnny Melville. Venerdì 15 invece per "L'inedito assoluto", Dario Cassini presenterà dodici comici da tutta Italia con Tricicle clownic come ospite internazionale. Sabato 16 infine il "Gran Galà della Comicità" presentato da Maria Mazza con il contributo musicale di Sal Da Vinci. Ma un vero e proprio evento sarà la presenza come ospite d'onore della "signora dello spettacolo", Franca Valeri.