Oscar Peterson: la mia vita pericolosa dietro al pianoforte

In seguito riprese e il pubblico romano ebbe la soddisfazione di assistere ad un suo concerto organizzato al Sistina da Telecom. Fu un successo anche se Peterson suonò con la sola mano destra. «In quell'occasione», racconta Massimo Moriconi, contrabbassista di Renato Sellani, «mi accorsi che suonava solo con la destra dopo tre brani. Ieri, mentre si era in attesa di andarlo ad ascoltare all'Arena Santa Giuliana, Oscar Peterson è apparso improvvisamente nella hall dell'hotel Brufani e è scaturita una straordinaria intervista-racconto, in cui ha raccontato molte cose inedite sulla sua ormai lunga vita. Quando ad esempio, Ray Brown metteva le biglie di vetro sulle corde del pianoforte. «La sua vittima preferita», ricorda ancora «era il trombonista Bill Harris. Io - dice Peterson e Ray Brown - senza avvertirlo cambiavamo di colpo la tonalità così Bill Harris si trovava in difficoltà. Tutto questo durante i concerti». Kate Kaiser, giornalista americana e storica del jazz, presente all'incontro, lo ha sollecitato a parlare dei rapporti razziali, in relazione ad un libro scritto da Tad Hershorn che sarà pubblicato il prossimo anno sulla vita di Norman Granz che fu il suo manager per molti anni. A questo punto Peterson ha raccontato, fra l'altro, di come una volta mentre erano in tour in Texas era stato proibito a Ella Fitzgerald di salire su un bus dove vi erano musicisti bianchi. Alle proteste di Granz, un poliziotto estrasse la calibro 38 e la puntò allo stomaco dello stesso Granz che solo dopo molto riuscì a risolvere la situazione. Un Peterson straordinariamente in forma che accompagnato da chitarra, contrabbasso e dall'eccellente batterista Alvin Queen, ha tenuto un concerto che ha ampiamente riscattato la penosa esibizione di Elton John. Domani sera un altro concerto molto atteso, quello di Tony Bennett con l'orchestra di Count Basie diretta da Bill Hughes. La serata di ieri sera si è conclusa con l'esibizione di Eumir Deodato accompagnato da un gruppo formato da musicisti italiani, Piero Odorici al sax alto e flauto e Fulvio Chiara alla tromba, a dimostrazione che anche solisti che non appartengono a quel gruppo di tutte stelle ormai conosciuti ed apprezzati a livello mondiale, possono inserirsi agevolmente in qualsiasi complesso internazionale.