Il regista di «Ray» Hackford farà una «Carmen» che balla rap e reggae. La protagonista sarà Jennifer Lopez
Dopo le grandi firme del Cinema internazionale, alla rassegna ischitana è scoccata l'ora dei fusti dello schermo, con l'attore scozzese Gerard Butler («Tomb Raider», «Il fantasma dell'Opera») e il popolare interprete tv di «Ultimo» nel mirino delle fotocamere dei cellulari di decine di ragazzine scatenate che, ieri, hanno preso d'assedio il Regina Isabella di Lacco Ameno, al grido di «Raoul,Raoul». Eppure, il successo e la popolarità conquistati in Italia devono stare stretti a Bova che sul palco della manifestazione, premiato dal patron Pascal Vicedomini, ha annunciato il suo imminente trasferimento negli Stati Uniti, dopo tre film a Hollywood. «Partirò alla fine di luglio - ha confermato Bova - e starò in America per circa nove mesi. Negli Usa parteciperò a una lunga serie televisiva del network Abc e a due film. Il serial, che credo sia già stato prenotato da Mediaset, ha per titolo "What about Brian?" ("Che mi dici di Brian?"), mentre in primavera girerò a New York "Café Amore", una commedia per il grande schermo ambientata in un ristorante di grido». Che ruolo avrà nel nuovo serial americano? «Sarò un ex modello italiano che si mette a studiare psicologia e che sposa una donna più grande di lui. E una sit-com, sul tipo di Friends, e avrò per partner Rosanna Arquette e Brian Watson. Al centro della storia c'è un gruppo di amici, tutti accoppiati, e un single, Brian, che dà il titolo alla serie. Io li perseguito tentando continuamente di psicanalizzarli. La serie sarà realizzata dallo stesso produttore di Lost (in autunno su Raidue n.d.r.), il titolo tv che nella passata stagione, sulla Abc, ha sbancato l'audience della tv americana». Perché ha scelto di gettarsi in quest'avventura americana? «Perché, oggi, gli Stati Uniti mi propongono dei ruoli che mi piacciono e che l'Italia non riesce a darmi. Sono stufo di aspettare che arrivi il film della vita. Da noi i grandi registi snobbano gli attori della tv, hanno dei preconcetti. In America, invece, non ci sono queste discriminazioni. Anzi, gli attori passano indifferentemente dal piccolo al grande schermo». Per la fiction italiana lei è una top-star: non le peserà ricominciare da capo? «Al contrario. Per me, è un forte stimolo. Odio sentirmi arrivato, voglio crescere. Ma per farlo devo cercare nuovi traguardi: è una necessità che mi porto dietro dal mio passato di sportivo. Eppoi, mi piace il clima di collaborazione che si crea sui set americani, dove anche chi è più bravo lotta con te per il buon fine del lavoro. In Italia, invece, fra gli attori si scatenano di frequente sentimenti d'invidia. Preferisco andare a imparare negli Stati Uniti». Quindi l'ultimo suo lavoro tv in Italia sarà Attacco allo Stato, la fiction che andrà su Canale 5, e che è incentrata sull'assassinio di Marco Biagi ad opera delle nuove Brigate Rosse? «Credo proprio di sì. C'era in ballo il progetto di una fiction sul pugile Tiberio Mitri, ma sono sorti dei problemi. In Attacco allo Stato sarò un ufficiale dei carabinieri che indaga sul delitto Biagi e che scopre l'agenda elettronica della brigatista Nadia Lioce. Ma la mia ultima apparizione in tempo reale è stata la partecipazione allo spot del concertone "Live 8". È stata un'esperienza che mi ha emozionato, perché ho potuto utilizzare la mia immagine per qualcosa in cui credo, quale l'aiuto ai Paesi sottosviluppati, dove ogni tre secondi muore un bambino». Intanto, sempre all'Ischia-Global-Fest, il regista di «Ray» (premio Oscar del miglior attore a Jamie Foxx), Taylor Hackford ha annunciato che sta lavorando alla realizzazione di un musical cinematografico su una «Carmen»» portoricana. «Ho proposto il ruolo a Jennifer Lopez che ha accettato con entusiasmo - ha rivelato Hackford - La mia sarà una Carmen caraibica, che ballerà e canterà, ma non ad opera della musica di Bizet, bensì dei ritmi latino-americani, del rap e del rock-reggae». Infine, Gerard Bluter ha invitato il pubblico italiano a non perdere il suo nuovo film «Dear Frankie» («È una favola che riscalda