Il pop di Elton John «inquina» Umbria Jazz

Quest'anno è stata la volta della Supremes e dei Temptation. Erano con Diana Ross, Sam e Dave e qualche altro, le vedettes della casa discografica Tamla Motown negli anni Sessanta. Oggi le Supremes non sono più quelle affascinanti ragazzine di quarant'anni fa, ma mature signore che, come la loro collega, Diana Ross, sono ancora in grado di far scattare sulle sedie i loro altrettanti maturi ammiratori. Poi Umbria Jazz è entrata nel vivo della sua naturale vocazione presentando un buon numero di concerti jazz. Si sono esibiti la Mingus Big Band che Sue Mingus, vedova del grande contrabbassista, continua a mantenere in vita con grande dedizione, Brad Mehldau, Cassandra Wilson che canterà lunedì prossimo anche a Roma alla Cavea del Parco della Musica, Al Jarreau, Peter Cicotti, che abbiamo già avuto modo di ascoltare ed apprezzare durante il suo concerto romano di qualche mese fa, così come il chitarrista Jim Hall, anche lui già visto a Roma. Questa sera martedì 12 luglio è la volta di Elton John. Qualcuno e, forse più di uno, si domanderà cosa c'entra con il jazz questo piccolo pianista e cantante inglese di quasi sessant'anni così caro anche alla famiglia reale britannica. Lo scopriremo questa sera e ne riferiremo. La presenza di stelle della musica pop nei più importanti festival del jazz non è cosa recente. Il primo ad ospitare grandi personaggi della canzone è stato il festival di Montreux che, grazie a queste presenze, è diventato un evento di portata mondiale grazie anche alle capacità di Claude Nobs, direttore del festival e abile uomo d'affari. Oggi in Italia, fra grandi, piccoli e minuscoli, abbiamo contato più di cento festival. In questi giorni, ad esempio, nella piccola città di Mascalucia, alle falde dell'Etna, è stato possibile ascoltare, nel corso di un rassegna dedicata al blues, nientemeno che Carey Bell, che fu solista di armonica a bocca del mitico Muddy Waters, seguito con entusiasmo da centinaia di ragazzi giunti da ogni parte d'Italia. Di manifestazioni del genere è fortunatamente ricco il nostro Paese. Ritornando in Umbria, domani mercoledì arriverà Oscar Peterson. Sappiamo che questo grande pianista è stato anni fa colpito da un ictus che lo ha parzialmente paralizzato. Sappiamo però, e lo abbiamo ascoltato a Roma qualche anno fa, che si è ripreso in modo più che soddisfacente. Domani, quello di Peterson sarà un concerto che gli appassionati di jazz non dovranno assolutamente perdere. Nei prossimi giorni arriveranno Tony Bennett, la Count Basie Orchestra, McCoy Tyner, gli organisti Lonnie Smith e Joey Di Francesco, Joe Lovano con il veterano pianista Hank Jones oltre ai nostri migliori musicisti come Enrico Pieranunzi, Renato Sellani, Stefano Di Battista, Francesco Cafiso, Ada Montellanico. Umbria Jazz, a parte la presenza di Elton John e di qualche altro, sembra aver ritrovato la strada di quel jazz autentico che gli ha dato la celebrità già negli anni Settanta.