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«Chiedo scusa a Pippo»

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Infuriata, amareggiata, piena di grinta e voglia di fare: Katia Ricciarelli racconta pubblico e privato

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Da una parte c'è la sua iperattività: cantante, talent-scout nel campo della lirica, direttrice artistica prima della stagione lirica del Politeama di Lecce, poi ora dello Sferisterio di Macerata. Ma anche first lady televisiva e forse oggi donna un po' più sola ed amareggiata. Ha suscitato non poco scalpore una sua intervista su una popolare rivista in merito ad un aborto impostole dall'ex marito Pippo Baudo. Quanto è importante il lavoro nella sua vita? «Il lavoro è per me molto importante e il mio lavoro è l'arte. La mia vita è basata su questo: tutto gira intorno al canto ed alla lirica. Quelli che si perdono per strada non erano evidentemente fatti per questo lavoro. Il resto si deve adattare a questo. Ora mi riempie la vita». E quanto è importante l'amore? «È importante, ma non ho più vent'anni. Amore vuol dire amare anche la mia cagnetta, gli amici. Ci si trasforma col tempo ed anche l'amore si trasforma con noi...». Lei era divorzista? «Due persone quando non sono in grado di vivere insieme debbono separarsi specie se, come nel mio caso, non ci sono bambini». Ma lei avrebbe voluto dei figli? «Preferisco non parlarne. Mi sento una donna ferita. In questi giorni è uscita un'intervista frutto di un grande imbroglio. È stato fatto da una giornalista che ha avuto l'ardire in conferenza stampa di dirmi che la notizia del mio aborto l'aveva avuta da mio marito. Io nella mia vita non ho mai spettegolato: ho fatto sempre la moglie che sa stare al posto suo. Ho avuto e conservo ancora un grande rispetto per mio marito che stimo in modo straordinario: è un grande professionista. Quella intervista è stata estorta con l'inganno. Non ho mai avuto in mente di dire cose del genere, così delicate e poi in una conferenza stampa. Ci sono rimasta molto male. Se questo può servire a qualcosa, chiedo scusa a mio marito se non l'ha detto». Come si sente adesso? «In grande forma. Quando ci siamo sposati io avevo 39 anni e Pippo 49. Eravamo maggiorenni e stravaccinati. Eravamo due persone che volevano costruire una vita insieme». Cosa spera per il suo futuro? «Mi diverto molto a sapermi riproporre. Non rifarei oggi molte delle cose già fatte. Amo i concerti, i recital e li faccio con gioia. Mi piace interessarmi dei giovani cantanti: sono innamorata dei giovani. Sono convinta che bisogna aiutarli a crescere». Eppoi c'è l'affaire Costantino che nell'opera di Tutino apparirà come mamma l'ha fatto... Ma insomma tra arte e massmedia tutto è davvero lecito? «Non dobbiamo dire arte e massmedia. Nel mondo mediatico ci viviamo. Costantino è solo un sex simbol di oggi: non deve nè cantare nè ballare. Deve presentarsi solo in tutto il suo splendore. E la musica di Tutino è strepitosa. Non capisco davvero perchè la cosa susciti scalpore: oggi viviamo in un mondo mediatico. Se c'è anche la parte artistica, tutto il resto funziona». Quali spettacoli ama di più di quelli del prossimo cartellone dello Sferisterio? «Difficile dirlo, perchè "Le mammelle di Tiresia" e "Les indifferents" sono interessanti, ma anche la "Tosca" di Latella e l'"Andrea Chenier" di Pizzi non saranno da meno. Eppoi abbiamo un «Don Carlo» molto bello perchè affidato a uno scenografo- pittore. Insomma la mia stagione l'adoro tutta: non manca niente. C'è il contemporaneo del Novecento, Verdi, Puccini e Giordano». Non è tentata dalla regia teatrale? «Ho fatto la regia teatrale di Turandot a Seul e mi sono divertita molto: era un lavoro sui cantanti. Avevo con me Ivo Guerra con le sue maschere. La regia la posso fare con i giovani. Faccio stage in un'accademia destinata ai giovani».

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