Addio al Nobel Claude Simon
Per le sue opere, una ventina, in gran parte romanzi storici, Claude Simon, che è morto a Parigi all'età di 91 anni, ha ricevuto nel 1985 il premio Nobel della letteratura. I temi della guerra, del disordine assoluto delle cose e dei ricordi formano la trama essenziale dei suoi lavori. Nella scrittura Simon non si è allontanato dai suoi primi amori artistici: la fotografia e la pittura. Disse, in una intervista, che per lui il romanzo «è il tentativo della descrizione di tutto ciò che può passare in un momento, come ricordi, immagini ed associazioni in uno spirito». Nato a Tananarive in Madagascar nel 1913 da un padre militare morto un anno dopo, Simon è cresciuto a Perpignan, nel sud della Francia. Il suo primo romanzo, «Il truffatore», scritto nel 1941, è uscito dopo la fine della guerra. Il successo è arrivato con «La strada delle Fiandre», che nel 1960 ottiene il premio «Nouvelle Vague», e con «Storia» (premio «Medicis»), un romanzo fra realtà, memoria e sogno. Questi due romanzi - insieme a «Palace» (1962), che ha per sfondo la guerra di Spagna - costituiscono una trilogia che permette a Simon di lavorare sui suoi ricordi. Simon scrive poi altri romanzi storici, «La battaglia di Farsalo», «Le Georgiche», poi «L'acacia». Scrittore non lontano dai problemi del suo tempo, Simon ha simpatizzato nel 1936 con i repubblicani spagnoli, nel 1983 ha firmato con altri artisti e scrittori una lettera per esprimere preoccupazione per la corsa agli armamenti e nel 1996, con altri 81 premi Nobel, ha lanciato un appello per «mettere fine» allo sfruttamento sessuale dei bambini. A Simon e alla sua opera rende omaggio il ministro della cultura Reanaud Donnedieu de Vabres, che definisce lo scrittore una «figura essenziale del romanzo contemporaneo». La responsabile socialista della cultura, Anne Hidalgo, parla di Simon come di «un erede di una lunga tradizione latina, che trova le sue fonti nell'epopea, nella guerra e nei più bei versi di Virgilio. Simon - sottolinea Hidalgo - ha saputo reinventare la sintassi e le parole del nostro tempo. Il suo impegno personale davanti alle sciagure del suo tempo ha alimentato tutta la sua opera».