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La chitarra di Hall monumento del jazz

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AUDITORIUM DI ROMA

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Anche lui come Kessell fu colpito giovanissimo da «Solo Flight» una celebre incisione che Benny Goodman incise con Charlie Christian, forse il capolavoro assoluto di quel giovane musicista di Dallas che scomparve alla giovane età di ventisei anni. Un genio del jazz, come lo furono anche Bix Beiderbecke, Eddie Lang e Jimmy Blanton, accomunati dallo stesso destino. Jim Hall è oggi dunque il solista di chitarra che rappresenta l'anello di congiunzione fra quello che fu lo stile classico del jazz e quello moderno, apparso negli anni Cinquanta,con i gruppi di Chico Hamilton e Jimmy Giuffrè, con i quali ha suonato partecipato a qualcuna delle più interessanti e appassionati esperienze della storia del jazz. Con il Quintetto di quel grande batterista che è Chico Hamilton e con il Trio di Jimmy Giuffrè, contribuì alla creazione di una musica intimista, raffinata, dalle sonorità inusuali per il jazz dell'epoca. Con il Quartetto di Sonny Rollins, dove entrò nel 1962, partecipò a quel mutamento stilistico che Rollins stava meditando in quel periodo e che si concluse con l'incisione del celebre «The Bridge», uno dei capolavori di quel sassofonista. Suonò poi con Bill Evans, Art Farmer, Paul Desmond, Michel Petrucciani, tutti musicisti dotati, come lui, di grande sensibilità. Al concerto di questa sera alla Sala Sinopoli del nuovo auditorium romano, suonerà con un quartetto che comprende almeno due musicisti ben conosciuti anche in Italia, il contrabbassista Steve La Spina e il batterista Terry Clarke che ricordiamo con l'orchestra della Rai di Milano, in un concerto sotto la direzione del trombonista Carl Fontana. Completa la formazione, il pianista Geoffrey Keezer.

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