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Meno chiacchiere, più musica La radio è in mano ai giovani

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I RISULTATI DI UNA RICERCA DEL CENSIS

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In ogni caso l'ascolto radiofonico è nel segno della fedeltà, e praticamente nessuno degli intervistati nella ricerca del Censis sugli italiani e i mezzi di comunicazione, «I media che vorrei», ha citato il titolo di un programma mentre tutti hanno indicato il nome di una emittente, a riprova che si sceglie la programmazione complessiva di una stazione. Ma nessuna emittente supera il 6% di citazioni e per arrivare al 40% si deve superare la dozzina di stazioni. Quindi mezzo politeista per vocazione, la radio è anche il mezzo più giovane tanto che la discriminante maggiore per il pubblico è proprio quella dell'età mentre quasi nessun peso ha il livello culturale. Tra i giovanissimi, d'eta compresa tra i 14 e i 17 anni, la radio è diffusa tra l'81%, nella fascia successiva tra i 18 e i 29 anni si attesta al 78,2% mentre scende al 66,4% quando si superano i trent'anni per precipitare al 45,9% oltre i 65. La radio si ascolta prima di tutto per la musica, con l'età poi cresce l'importanza attribuita all'abitudine, però il 31,3% dichiara che la radio è sempre sintonizzata sulla stessa emittente e questo nel 47,5% dei casi si spiega con l'apprezzamento per la musica trasmessa. Il gradimento nei confronti del parlato invece cresce con l'età. Per gli adulti assume importanza l'alternarsi tra informazione e musica (15,4%), mentre per gli anziani il parlato ha una grande importanza (24%). Lo stile di conduzione è fondamentale per i giovanissimi (18,7%), molto meno per gli adulti (12,1%) e gli anziani (10,3%). L'impressione è che i più giovani hanno le loro radio fatte di musica e battute spiritose; gli adulti e gli anziani vorrebbero una radio in cui si alternassero di più musica e ragionamenti, ma forse non sempre la trovano. Comunque gli ascoltatori della radio hanno le idee chiare su quello che gli dà fastidio. La pubblicità è l'elemento di maggior disturbo per gli ascoltatori (22,1%), con una punta del 26,2% nella fascia tra i 30 e i 44 anni. Da segnalare in questa fascia anche le difficoltà per seguire la radio in auto (22,4%) e anche il dato più basso di gradimento della radio (solo il 16,4% dichiara di non essere mai irritato dalla radio). Alto è anche l'indice di irritazione generale nei confronti delle persone che chiamano le radio per parlare dei fatti loro (19,8%) dato che sale in particolare tra i giovanissimi raggiungendo il 27,9%. Non si amano neanche le chiacchiere a ruota libera (16,3%): in questo caso però è solo il 4,4% tra i giovanissimi che non amano le chiacchiere sui fatti personali ma quelle a ruota libera sì. Insomma la radio è tutto meno che un medium «vecchio» come erroneamente spesso viene considerata, ed ha davanti a sè una lunga vita

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