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«Un manager disoccupato può uccidere»

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Oppure «Missing» dell'81 con Jack Lemmon che gli fece conquistare la Palma D'oro ancora una volta al prestigioso festival francese. Ma anche «Mad city» con John Travolta e Dustin Hoffman. Oggi Costantin Costa-Gavras ha 72 anni, e dopo «Amen» con Mathieu Kassovitz, premiato in Italia come migliore film europeo 2002, l'altra sera è tornato a Roma per presentare in anteprima all'arena «Notti di cinema a piazza Vittorio» la sua ultima fatica, «Le couperet». Pellicola che la critica ha già avuto modo di apprezzare al recente festival di Taormina. «È la metafora della società di oggi, dove domina l'individualismo e la solitudine - spiega subito il cineasta greco - La storia di un uomo che uccide per trovare un lavoro». Tratto dal romanzo dello scrittore americano Donald Westlake «The Ax», «Le couperet» (che tradotto potrebbe essere «La mannaia») uscirà nelle sale la prossima stagione distribuito dalla Fandango. Racconta la storia di Bruno, giovane dirigente di una grossa azienda, che un giorno viene licenziato. Dopo tre anni da disoccupato, decide di eliminare fisicamente uno ad uno alcuni colleghi. «Come Monsieur Verdoux di Chaplin, Bruno, mentre cerca di conservare un contegno e la sua dignità, è in equilibrio tra il ridicolo e la bassezza, tra il riso e le lacrime, tra il coraggio e la codardia» sottolinea Costa-Gavras. Nonostante il tema, il film non risulta tetro. «È una commedia, ma anche un thriller. Se vogliamo una via di mezzo tra fiction e documentario. Come in tutte le tragedie alla fine c'è un bagliore di speranza. Non a caso l'interprete principale è un attore comico assai noto in Francia. Trovo abbia una vena drammatica molto forte. Lo paragono a Jack Lemmon, al quale somiglia anche». Perchè ha voluto raccontare questa storia? «Per descrivere quello che sta avvenendo. Bruno è come la società in cui viviamo, dove nessuno si pone dilemmi morali sulle conseguenze della perdita del lavoro. Non è un serial killer pazzo che lo fa per sesso e sentimenti. Uccide per ragioni logiche e pragmatiche, combatte la propria guerra economica in piena solitudine». Ma non è un povero operaio, è pur sempre un dirigente? «Prima si licenziavano in gran parte solo gli operai, oggi nessuno si può sentire un intoccabile. Il sistema si sta americanizzando anche in Europa».

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