La Capria: mi sento un generale
Sono tutti bravi a parlare di umanità, di intimismo, mentre fuori, invece, fame e guerra mietono vittime". È Raffaele La Capria, vincitore della sezione narrativa della 76° edizione del Premio Letterario Viareggio con lo splendido volume Estro quotidiano (Mondadori pp. 183, 16 euro). Venerdì un quotidiano ha anticipato i vincitori infrangendo il severo protocollo. Un'opinione? «Non credo sia fondamentale. Non ci troviamo certo di fronte alla Germania che si prepara a invadere». I premi letterari sono utili? «Ora che l'ho vinto, sì. Mi sento come un generale con tante decorazioni. Bisogna vedere se il generale merita questo titolo». Un parere sulla prima posizione di Edoardo Nesi tra i finalisti dello Strega? «Sono molto contento, quando ho presentato il suo libro speravo in un riconoscimento al suo talento». Crede ci siano dei bravi scrittori tra i giovani? «Segnalo il libro molto bello di Tommaso Pincio, La ragazza che non c'era: un libro tutto inventato». Se la morte è lo spettro che si aggira tra le pagine del Suo volume, 'amore vince su tutto? «L'amore per la vita dovrebbe essere più forte di tutto, anche se spesso è preso a schiaffi». Gli altri premi sono andati a Milo De Angelis per la poesia, ad Alberto Arbasino per la saggistica e all'Opera Prima di Alessandro Piperno che ancora "traumatizzato" come ha affermato egli stesso dalla valanga di assensi e dissensi suscitati dal suo primo romanzo, ha rivelato l'idea della sua prossima fatica: un idea forte sui perseguitati cattivi. Un delatore ebreo durante gli anni dell'Olocausto, uno stratangentaro in una sorta di sbornia giustizialista e un perseguitato di successo. Il presidente del premio, Enzo Siciliano, alla sua prima edizione dopo la scomparsa di Cesare Garboli, ha motivato la scelta in quanto i trionfatori «hanno saputo unire l'alto tasso di comunicatività con quell'in più della letteratura in quanto conoscenza della vita». Il rinoscimento invece assegnato al giovane Piperno rappresenta la segnalazione (che è poi un augurio) di un talento emergente. Se quest'anno il Viareggio ha presentato novità non estranee a una visione più aperta nei confronti di problematiche europee e internazionali, l'anno prossimo il Premio vedrà protagonisti letteratura e cinema per una «visibilità alle nuove culture europee». Non sono mancati episodi legati forse a veleni e maldicenze, ma anche quest'anno il Premio Viareggio ha mantenuto il suo ben noto prestigio e una particolare attenzione a un mondo sempre più alla deriva con il piglio di una letteratura alta e profondamente consapevole del proprio ruolo. Ed è importante sottolineare l'intervento di Siciliano sui criteri e le modalità del Premio in quanto l'anticipazione a giugno, una maggiore attenzione mediatica hanno forse dato fastidio allo Strega, pur nel rispetto della tradizione e anche della funzione diversa che hanno questi Premi.