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«Sono me stesso. Un depresso»

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L'ultima volta che aveva recitato in un film italiano fu nel 2001, «Nella terra di nessuno» di Gianfranco Giagni, mentre l'ultima volta che è apparso sul grande schermo è stato nel 2003, in «Dogville» di Lars von Trier. Ieri, a sorpresa, è tornato a Roma per presentate una nuova pellicola di cui è protagonista: s'intitola «Bonjour Michel», è prodotto da Vincenzo Ferone, distribuito da domani - in 20 copie - da Sharada e diretto da Angelo Bonaccorso, che lo ha scritto con Alberto Lattuada e Tullio Pinelli. Le riprese si sono svolte in Sicilia, in Francia e in Marocco, mentre il film, dopo oltre due anni, arriva finalmente nelle sale grazie al sostegno della Direzione cinema e della Bnl. «Spero che il personaggio di questo film sia credibile per tutti, non in senso teatrale ma in senso umano - ha detto ieri Gazzarra, con il suo inimitabile sorriso ironico stampato sul viso, tenendo al guinzaglio il suo inseparabile mini bassotto che tempo fa gli ha salvato la vita - Il mio protagonista si chiama Michele Terranova, è un uomo deluso e stanco che, dopo la morte della moglie, non trova più ragioni per vivere e assolda un killer perché lo uccida. Ma, di colpo, l'incontro con Marie Anne (Elena Arvigo), gli lascia nuove speranze, quando forse è ormai troppo tardi, perché un minaccioso Andy Luotto vuole uccidere anche lei. Io credo nel destino che mi ha inseguito per tutta la vita. Anche l'incontro con mia moglie, che mi ha cambiato l'esistenza, è stato un caso: il mio amico Terence Young mi chiamò tre volte per andare in Corea, a recitare nel suo "Inchon". Alla fine, accettai solo per amicizia, senza sapere che sarei stato ricompensato dalla noia di lavorare in un brutto film». «Stavolta - continua l'attore - ho accettato il ruolo di Michele, perché è un uomo depresso e io ho provato la depressione, che è il cancro dell'anima». Gazzarra è stato poi prodigo di aneddoti, parlando dei grandi registi con i quali ha lavorato, a cominciare da John Cassavetes, con cui ha avuto un lungo sodalizio: «Cassavetes ha uno straordinario coraggio, gira film senza denaro, investendoci i soldi suoi e rischiando tutto ogni volta. Il cinema italiano è stato grande nel Neorealismo, allora c'erano molti geni, ma purtroppo ora sappiamo ben poco, in America, dei giovani talenti di oggi. Per noi sono ancora dei ragazzi Peppuccio Tornatore o Roberto Benigni. Continuo ad amare l'Italia, ma non voglio sbilanciarmi sulla vostra politica e nemmeno sulle belle attrici che ho conosciuto: dire chi è la più bella o la più brava è come chiedermi se ci sono andato a letto. Però, qualche tempo fa ho incontrato Ornella Muti, a Parigi: è sempre bellissima, anche se so che fa più tv che cinema. Il momento peggiore per un attore è quando non viene accettato da critica e pubblico». Nei prossimi mesi, Gazzarra sarà diretto dalla regista francese Agnes Jaoui, in «Paris je t'aime», film a episodi realizzato da diversi cineasti. Questa estate comincerà, infine, a scrivere il suo secondo libro, intitolato «Fiction», incentrato sulla storia di una bambina che diventa donna.

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