Vian, il trombettista romanziere
Pubblicati in contemporanea «La schiuma dei giorni» e «Lo strappacuore»Morì a soli 39 anni ma la sua breve vita fu tutta un fermento tra musica e scrittura. «Queste storie che racconto sono totalmente vere perché
Eppure, puntuali come due orologi svizzeri, il padre dell'esistenzialismo e la sua musa Simone de Beauvoir, ogni sera, nei memorabili anni cinquanta di una Parigi liberata dal nazismo, sedevano a un tavolo del Lorientais o del Vieux Colomber, ad ascoltare rapiti il trombettista jazz che soffiava le più strepitose note del dixie di Claude Luter e di Sidne Bechet, e poi finivano tutti e due per partecipare a quell'irripetibile rituale di festa e di vittoria, che il dannato Vian, il «peggiore» dei letterati francesi, promanava dalla sua tromba, in perfetto stile New Orleans, e più avanti nelle acrobazie sonore del be bop: qualche volta arrivava Duke Ellington ad assistere al prodigio, e Dizzy Gillespie e Charle Parker, l'altra vita dannata della storia di quegli anni. Ne aveva combinate troppe, in quel rapido arco di vita, trentanove anni soltanto, per poter aspirare non forse all'immortalità, ma certamente ad una fama più duratura. La coscienza un po' falsa dei moralisti a tempo pieno lo condannò all'oblio, e solo di recente la Francia si è ricordata di lui, ristampando i suoi libri, e trasferendo in moderni cd quelle note strabilianti che uscivano dalla sua tromba e andavano a picchiare contro il soffitto dei locali di Saint-Germain. Adesso, sembra che anche l'editoria italiana voglia partecipare al rituale del ritorno e del recupero, ed ecco in traduzione italiana due tra i migliori e più famosi testi dello scrittore «Lo strappacuore», il suo ultimo romanzo prima della morte drammatica, e «La schiuma dei giorni» con prefazione molto precisa e partecipe di Ivano Fossati. «Solo due cose contano, nella vita: l'amore in tutte le sue forme con ragazze carine, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Il resto sarebbe meglio che sparisse, perché il resto è brutto, e la dimostrazione contenuta in questo romanzo deriva tutta la sua forza da un unico fattore: questo storia è totalmente vera, perché io me la sono inventata da capo a piedi». Vian si riferiva a «La schiuma dei giorni» che Queneau considerava «il più straziante romanzo d'amore» della contemporaneità, con quella singolare, e pur vera, vicenda tra Colin e Chloe, sorprendente giovanotto lui, fragile creatura aggredita dal male Chloe, il cui nome proveniva dai suoni misteriosi e irripetibili di un brano di Ellington, dove lo struggente trombone wa-wa di Tricky Sam Nanton feriva l'aria, lacerando il vento che doveva dare vita e respiro alla tenera figura femminile, e al contempo cuore e sentimenti a quel dolce romanzo d'amore, un po' fiabesco e surreale, ma anche feroce e inesorabile nel denunciare tanto penoso conformismo. Insomma, fanno ridere e piangere le invenzioni che il geniale scrittore trasferisce sulla pagina, e colsero il segno tutti i letterati del cenacolo parigino nel celebrarne gli strani e imprevedibili rituali: «L'amore non salva la gente dal proprio destino — ricordava Daniel Pennac in una intervista a ricordo dello scrittore e di questo suo tormentato romanzo — ma salva la loro esistenza nel momento in cui esistono». «L'arrache-coeur», «Lo strappacuore» in un italiano che non restituisce al titolo per intero la sua dannazione, è il romanzo/testamento di Boris Vian, e fluttua nello spazio di un trauma individuale che si trasferisce sui personaggi, lasciando emergere interamente il dramma insolubile dei destini umani. C'è una madre che, nel delirio di una onnipotenza impossibile, nell'intento di proteggere i suoi tre gemelli, i "tremelli" per dirla alla Vian, arriva a imprigionarsi, di fronte ad uno psicoanalista che non riesce a salvarla dal baratro morale in cui precipita l'universo dei suoi comportamenti. Vian in realtà aveva in mente un romanzo sul rapporto arduo madre-figlia, ma poi venne del tutto travolto e sopraffatto dal proprio temperamento "noir", che finisce per vincere su tutto e su tutti, e trasforma lo stesso istinto materno in un animalesco confronto: si muta in un arido deserto il luogo d