Nel confuso noir di Molteni vincono i cattivi
GIORGIO Molteni, al suo esordio con «Aurelia» alla fine degli Ottanta, si era fatto accogliere con simpatia e di recente, con «Il servo ungherese», in collaborazione con Massimo Piesco, aveva ottenuto vari consensi. Oggi, invece, ci si propone con un noir piuttosto scombinato con la sola, piccola novità che alla fine i "cattivi" vincono, anche se nessuno degli altri può essere inserito nella categoria dei "buoni". La protagonista, ovviamente, è una "dark lady". Amante di un ricco, un giorno un rapinatore maldestro ne provoca per un incidente la morte e lei adesso si trova a dover contendere la cospicua eredità del defunto a una sua figlia legittima, pronta a far valere i propri diritti. Arrivano, mescolandosi gli uni con gli altri, vari personaggi: un cinico investigatore privato che, pur assunto dalla figlia per indagare sulla morte del padre, finirà per prendere le parti dell'amante. Mentre attorno quasi tutti fanno il doppio gioco e quello invece che alla fine ci rimetterà le penne sarà proprio il rapinatore maldestro fatto uccidere, perché sapeva troppo, dalla stessa dark lady dedita a spettacolini erotici davanti a una web-cam... Fatti e misfatti che via via tendono sempre più ad aggrovigliarsi, ignorando quasi, però, le psicologie dei personaggi e la logica delle situazioni, ora un po' oscure, ora troppo facili, ora contraddittorie, che gli assumono al centro. Senza molti riscatti nei modi di rappresentazione, se non incerti, poco idonei a equilibrare i vari suggerimenti della storia, anche da un punto di vista visivo. La protagonista è Ines Nobili, con una carriera dignitosa alle spalle.