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Addio a Henghel Gualdi grande clarinettista jazz

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Ci furono attimi di imbarazzo, con il trombettista americano che non ne voleva sapere di abbandonare il palco (l'ingrato compito toccò al debuttante Baudo). Il disagio di Gualdi, sopraffino clarinettista dixieland, era soprattutto musicale: avere accanto l'idolo della sua vita e non poter suonare ciò che avrebbe voluto, i classici dello stile New Orleans che aveva imparato a memoria grazie ai dischi di Armstrong con gli Hot Five e gli Hot Seven. Il 4 luglio Henghel Gualdi, nato a San Martino in Rio, Reggio Emilia, avrebbe compiuto 81 anni. Se n'è andato invece l'altra notte, dopo una vita trascorsa nella musica, prima nelle bande del suo paese come bambino prodigio, in seguito come brillante clarinettista jazz e direttore di piccoli gruppi o di orchestre. Diplomato anche in sassofono, Gualdi è sempre stato musicista dalla personalità spiccata e dalla tecnica impeccabile, prediligendo sempre lo swing e le atmosfere morbide. Anche come compositore ha lasciato una vasta traccia della sua produzione: collaborò alle colonne sonore del suo vecchio amico clarinettista Pupi Avati. Nella sua lunga carriera Gualdi ha patito una certa intransigenza da parte dei jazzisti. Lui, infatti, incurante delle mode, è sempre rimasto affezionato allo stile "hot", allo swing, al jazz di Benny Goodman e di Glenn Miller e se a ciò aggiungiamo le sue frequenti incursioni nella musica leggera e nel liscio, si capirà meglio il perchè sia stato per tutta la vita ampiamente sottovalutato. Ma non dai grandi big stranieri, come Hampton, Grappelli, Coleman, Bechet, Ponty, Teddy Wilson. Con i quali il clarinettista emiliano si è sempre espresso al massimo.

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