Christian De Sica: «Fiction sull'amore tra i miei genitori»
Questo il legame che unisce Christian De Sica al genitore Vittorio, e si perpetua attraverso il figlio Brando che segue le orme del padre e del nonno. Generazioni a confronto, dunque, in un excursus che abbraccia più di mezzo secolo di storia italiana e che Christian De Sica, lunedì sera vincitore del Premio Barocco su Raiuno, accetta di ripercorrere. Crede che all'amore del pubblico nei suoi riguardi abbia contribuito l'importanza della figura paterna? «Artisticamente mi differenzio da mio padre che resta un punto di riferimento nella mia vita. Insieme rappresentiamo una continuità professionale che ha attraversato i mutamenti della società e si è concretizzata, adesso, nella mia partecipazione come testimonial in uno spot pubblicitario attualmente in onda e molto gradito, nel quale interpreto un inedito vigile urbano». Qual è l'eredità artistica lasciatale da suo padre? «Il rispetto e la disponibilità verso un lavoro che richiede impegni di gruppo, il coraggio di rimettersi in gioco affrontando anche critiche, il disprezzo per il denaro a cui devono sempre essere anteposte dignitose scelte e soprattutto l'umiltà di non sentirsi mai arrivati. Il segreto del successo, mi diceva mio padre, è lo studio continuo. Un insegnamento che ho trasmesso a mio figlio Brando, attualmente negli Stati Uniti per laurearsi in regia». Lei è impegnato su più fronti spettacolari. Cominciamo dalla Tv. Quali sono i progetti in cantiere? «Stiamo per iniziare le riprese del sequel di "Lo zio d'America", fiction di cui sono protagonista e che perde Ornella Muti, sostituita da Lorella Cuccarini. Inoltre è in fase di preparazione una miniserie prodotta da De Laurentiis e Bixio che racconterà la storia d'amore tra mio padre e mia madre. Un progetto di cui sono particolarmente fiero». Anche lei crede che la fiction stia prendendo il posto del cinema? «La fiction in Tv ha sostituito il varietà di un tempo perchè oggi il genere è molto costoso per la Tv generalista». Però anche lei si cimenterà in un "one man show" televisivo. «È un progetto a cui penso da tempo. E prima o poi lo farò». Quando iniziano le riprese del prossimo film di Natale nel cui cast si dice, potrebbe esserci Vincenzo Salemme? «Il primo agosto saremo sul set. Della prossima pellicola, che ha per titolo provvisorio "Natale a Miami" con la consueta regia di Neri Parenti, siamo ancora protagonisti io e Massimo Boldi, e ci saranno attori americani di grande richiamo in fase di definizione». Ma come non avevate litigato lei e Boldi? «Siamo come la coppia Vianello- Mondaini, inseparabili a dispetto di piccole gelosie di cui ogni tanto Boldi cade vittima. Basta poi un incontro ed un abbraccio perché l'amicizia trionfi sempre». A cosa attribuisce la recente crisi del nostro cinema? «Alla crisi generale che sta investendo l'Italia. Solo prodotti esportabili all'estero, come ad esempio la moda, sono in attivo,. Gli altri, relegati all'interno dei confini nazionali, risentono della congiuntura sfavorevole. Perciò il cinema non riesce a valorizzare tanti giovani talenti». Progetti teatrali? «È in cantiere la realizzazione del musical "Ciao Rudy" di Trovajoli di cui, il prossimo autunno, sarò protagonista». Chi è Christian De Sica nel privato? «Sono una persona che crede molto nel valore della famiglia e nell'importanza di una buona compagna al proprio fianco. Sono credente, anche se non molto praticante. Ed ogni volta che mi rivolgo a Dio, immediatamente associo il pensiero al ricordo di mio padre».