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Non solo Lourdes e Fatima: in un volume 500 luoghi di culto dedicati all'Immacolata

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Alphonse Ratisbonne, ebreo, era a Roma da turista nel 1842. Nella città eterna aveva amici, cattolici. Gli diedero una medaglia con un'immaginetta della Vergine, una Madonna miracolosamente comparsa a Parigi. Per goliardia e per riconoscenza ai sodali capitolini se l'era messa al collo. Ma avvenne l'inatteso quando una mattina entrò in un'altra meta del suo grand tour, Sant'Andrea delle Fratte, la chiesa con l'abside del Borromini e gli angeli del Bernini. Insomma, gli apparve la Madonna. La stessa della medaglia che portava addosso. Non disse una parola, la Vergine, raccontò poi Alphonse. Ma lui capì, si fece cattolico. E sacerdote. Maria madre spirituale di tutta l'umanità, Maria delle apparizioni e dei miracoli, Maria dei santuari. In un volume pregiatissimo, a tiratura limitata, «Il dolore di Maria», edito da Cameli, copertina in bronzo sbalzato su cui campeggia una Vergine lactans, che offre il seno al Bambino. Ci sono voluti quattro anni di ricerche per queste 640 pagine che illustrano 525 luoghi di culto dedicati a Nostra Signora in tutto il mondo, fino all'Oceania, all'Estremo Oriente, al Sudafrica. Insieme ai templi Gabriele Camelo insegue il perché a un certo punto una roccia, una collina, un burrone, sia diventato per tanti punto di aggregazione e di preghiera. E allora il viaggio non è solo a Lourdes o a Fatima, a Jasna Gora o a Notre Dame, mete e miracoli raccontati tante volte. Di altre apparizioni, prodigi si parla. E ci si chiede perché l'epifania dell'Immacolata sia avvenuta in posti così differenti. Risponde nel saggio introduttivo Angelo Maria Tentori: «Per darci prova che ci è sempre accanto». E che sa parlare cercando più di tutti i semplici, i bambini. Al veggente ruandese Afhonsine, al quale apparve nel 1982, l'Assunta sussurrò: «Quando un bambino non ha niente da rimproverarsi di fronte a sua madre le dice tutto quello che ha nel cuore. Sono la Madre di Dio, ma so mettervi a vostro agio meglio di quanto sappiate fare voi». Sono «rivelazioni private», quelle di Maria. Non vincolano la fede umana con dogmi, con precetti, come avviene nella Sacra Scrittura. Ecco perché quando il parroco di Lourdes chiese a Bernadette Soubirous se la Madonna le avesse spiegato come fare per andare in Cielo, lei rispose: «No, perché lo sappiamo già». Il Vangelo dimenticato è allora il contenuto dei messaggi mariani. E tornano in mente le Nozze di Cana, in Galilea, durante le quali l'Immacolata consigliò: «Fate quello che mio Figlio vi ha detto di fare». Il filosofo Jean Guitton spiegava: «La Vergine è venuta a rimediare ad alcuni eccessi della ragione». Così i miracoli di Maria percorrono tutta la terra. Il più vicino a noi, quel terzo mistero di Fatima che si è reificato nell'attentato a Giovanni Paolo II, il «vescovo vestito di bianco» che cade a terra. E se è ancora da far chiarezza sulle «lacrime» della madonnina di Civitavecchia, nella Siria musulmana si venera Nostra Signora di Saydnaya in un convento di suore nato del 547 su una collina a pochi chilometri da Damasco. L'immagine della Vergine è accreditata ai pennelli di San Luca e si dice che le mura dell'originario santuario fossero state fatte costruire dall'imperatore Giustiniano, spinto all'impresa da un sogno. Avvenne poi che dall'effigie sacra scendesse un olio profumato che guariva gli infermi. E allora si intensificarono i pellegrinaggi. Un corollario del portento in epoca vicinissima a noi. Nel 1982 una copia in stampa della Madonna russa di Kazan iniziò a trasudare olio. Anche quello risanava i malati. Myrna, la proprietaria della riproduzione, ebbe le stimmate alle mani, ai piedi, al costato. E divenne veggente. Diceva: «Vi darò qualcosa più forte dell'olio. Pentitevi e credete». Musulmani e indù parlano con la Beata Vergine del Monte, a Bandra, il colle dal quale lo sguardo spazia su Bombay e sul mare. La Chiesa fu edificata nel 1566 dai gesuiti, la statua della Madre di Cristo si invoca da trecento anni. Nostra Signora della Cina è a Ton-Lu, 175 chilometri da Pechino. È una delle chie

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