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Insulti alle Vibrazioni, i Green Day trionfano

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Il calo di pubblico di circa il 30% (da 120.000 a 40.000) nella seconda giornata dell'Heineken Jammin' Festival la dice lunga sul motore emotivo della rassegna. Gli applausi sono monopolio di Vasco Rossi, apparso in realtà più stanco e un tantino appesantito. Ai tre gruppi stranieri di ieri, REM, Garbage e Green Day (vincitori, questi ultimi, del Grammy Award per il miglior album rock dell'anno) il compito di dar lustro al cartellone. L'Heineken non era partito di certo all'insegna delle classiche «good vibrations»: il linciaggio ordito ai danni de Le Vibrazioni (costretti ad abbandonare il palco prima del previsto) ha quasi trasformato l'annuale evento di Imola in un ritrovo di tiratori scelti. Se la pratica di lanciare oggetti sul palco ha origini antiche l'altra sera si è assistito ad una singolar tenzone che ha largamente superato ogni pronostico. Appena messo piede sul palco, i quattro musicisti de Le Vibrazioni sono stati bersagliati senza tregua con bottiglie d'acqua, sacchetti della spazzatura e oggetti vari. Gli inutili tentativi del cantante Francesco Sarcina di farli desistere hanno sortito l'effetto opposto: un concerto simile a un videogame con musicisti concentrati a schivare la raffica di colpi più che a suonare. Quando una monetina raggiunge l'unico bersaglio immobile, il batterista, la band decide di interrompere il set, augurando al pubblico ortofrutticolo, (che neanche alla corrida) una buona prosecuzione. Nell'attesa di Vasco i fans fremono, assiepati fina dalle prime ore del mattino e pigmentati col berretto militare, quello che il loro vate preferisce da alcuni anni alla classica bandana, in verità sfoggiata nella seconda parte del concerto. Sembrava una partita, con gli immancabili cori da stadio e i tifosi scalmanati. «Sportivo» anche lo scenario: l'autodromo Enzo Ferrari. Neppure gli striscioni erano l'esatta espressione del fairplay, come il prosaico «Vibratori, levatevi dai...» o più filosoficamente «A questo punto ci vuole uno spino». Al calare del buio, il colpo d'occhio è suggestivo. La luce del display del cellulare ha sostituito la fiammella dell'accendino e la collina sembra un presepe. Del resto, lo dice uno striscione in prima fila: «Dio è nato a Zocca». Chiusura questa sera con: Negramaro, Mercury Rev, Billy Idol, Velvet Revolver e Oasis.

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