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A CASABLANCA GLI ANGELI NON VOLANO, di Mohamed Asli, con non professionisti, Marocco-Italia, 2004.

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Adesso, tornato in patria, ha rivolto il suo sguardo sugli ultimi, rievocandone piccoli e grandi drammi in un contesto sociale che li ignora e che comunque non li sostiene. I protagonisti sono tre giovani che, lasciati i loro paesini sui monti dove non riuscivano a mantenere né se stessi né le loro famiglie, hanno trovato lavoro a Casablanca. Di due ci son raccontati solo i drammi piccoli: uno perché, legatissimo a un cavallo di razza lasciato al suo paese, avendo alla fine deciso di portarlo con sé a Casablanca, lo vede, impotente, scomparire in mezzo al traffico caotico della città. Un altro perché, avendo speso tutti i suoi risparmi nell'acquisto di un paio di bellissime scarpe, si vede ridotto a calzare degli stracci per non rovinarle del tutto nelle peregrinazioni cui il suo lavoro lo costringe. C'è però anche il dramma grande: quello di un marito che, tornato in paese per soccorrere la moglie in pericolo di vita dopo un parto difficile, se la vede morire tra le braccia mentre tenta di farla arrivare fino a Casablanca dove forse la cureranno. Una stessa amarezza tra le pieghe dei tre drammi, senza che i piccoli risultino, pur essendolo, troppo piccoli. Un linguaggio piano, raccolto, in linea con quel neorealismo italiano che Asli ha studiato qui da noi. Con molta autonomia creativa, comunque, e con la capacità di evocare i climi anche i più dolenti senza scadere mai nel patetico. Anzi, con asciuttezza e rigore. Grazie anche a interpreti non professionisti che vi aggiungono autenticità e verità. G. L. R.

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