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«Sono cresciuto Indietro non torno»

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Il nuovo Gianluca Grignani, tra la famiglia e l'album «Il re del niente»

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Oltre al cd con le 13 nuove canzoni, da domani la Universal Music ne distribuisce un altro che al costo di 26,90 euro offre 4 brani in più, in versione "demo", e l'acquisizione di un biglietto per uno dei concerti che Gianluca terrà in ottobre, a Roma (il 26/10) e a Milano (il 29/10). Inoltre, con l'aggiunta di 4.50 euro sarà possibile garantirsi un secondo biglietto. I posti ai concerti di Grignani si prenotano sul sito o al call-center di Ticket One. Gianluca, chi è «Il re di niente»? «Sono io, oppure ciascuno di noi. Con questo brano ho voluto mettere in risalto il disagio che ognuno prova in tempi come questi, in cui l'individuo è mortificato a favore della massa. Nella società odierna ci tengono in considerazione solo se si è in tanti, se si è di più. Di più di che cosa? Non si sa. È un disagio che vale per tutti, per ogni generazione, da zero a 80 anni. Allora, se come persone ci considerano niente, io per primo, in quanto venditore fumo, cioè di musica, sono "il re" di quel niente. Ma ognuno di noi, a suo modo, è un "re di niente"». L'album è stato definito "elettro-unplugged" (elettronico e acustico). È d'accordo con questo giudizio? «Negli undici anni della mia carriera musicale mi hanno definito ora artista rock, ora pop. In realtà, io non sono né rock, né pop, sono tutti e due, sono rock-pop: questa è la mia natura musicale. In tutti questi anni, ho fatto del rock-pop e non è stato facile. Infatti, "Il re di niente" è il risultato di un lavoro decennale, di una composizione di pezzi che facevo, via via, assieme ad altri dei precedenti album, e che mettevo da parte. Il cd è un lavoro che guarda a tutto il mio percorso, fin dall'inizio, con "Destinazione Paradiso", e ne sviluppa una critica. Quest'album è il mio punto di non ritorno, riassume tutte le mie sperimentazioni e le mie esperienze, i miei smarrimenti e le mie rinascite. Da qui in poi posso solo andare avanti, indietro non ci torno». È una buona notizia per le sue fans teen-agers? «Quest'album non si rivolge solo a un tipo di pubblico, ma a tutte le fasce d'età. Certo, si rifà a "Destinazione Paradiso" e agli altri viaggi musicali dei miei precedenti album, per cui il pubblico più giovane riconoscerà certi timbri che ha gradito in passato. Però è anche un'opera in cui mi sono messo più a fuoco per come sono oggi. Forse, una volta, musicalmente, sono stato un punto di riferimento per i teen-agers, come è accaduto ai Beatles e ai Rolling Stones, senza volermi paragonare a loro, si capisce. Ma io nasco come cantautore e, oggi, a 33 anni, con l'età e con la famiglia, la mia coscienza si è aperta. È per questo che, ripeto, non posso tornare indietro». Il nuovo album contiene anche una canzone che ha dedicato a suo figlia. «Sì, nel singolo che va in radio, "Bambina dallo spazio", la strofa è dedicata a mia moglie Francesca e l'inciso a mia figlia Ginevra, nata nel gennaio scorso. Ho scritto la stessa canzone d'amore per entrambe, perché sono la stessa donna. Più in generale, questo brano è l'esaltazione della femminilità, che rispetto alla mascolinità sembra davvero provenire da un altro pianeta. È una canzone composta in diversi periodi: l'inciso è nato pochi mesi fa, osservando lo sconfinato panorama dell'Oltrepo Pavese dal mio salotto; la strofa, invece, è nata in Ungheria, nel 2003, un mese prima delle nozze; e ancora più vecchio è lo special, che ho scritto in un hotel di New York, con vista sul Central Park».

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