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La lunga attesa dei fans tra gli ultimi biglietti e gli slip con la «sua» foto

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Tanti i romani, ma tanti anche i giovani giunti da tutte le parti d'Italia. Nemo viene da Genova e con un suo amico ha addirittura trascorso la notte dormendo per strada: «È dalle undici di ieri sera che siamo qui, ma ne vale assolutamente la pena, per il Boss questo ed altro». Pienamente d'accordo con lui Francesco, siciliano che ha viaggiato in macchina tutta la notte per seguire il concerto del suo idolo: «Bruce Springsteen è un mito del rock, le sue canzoni sono uniche, danno emozioni e ti lasciano dentro un gran senso di libertà». Moises arriva nientemeno che dalla Spagna, precisamente da Valencia. È un grande fan del cantante e spiega: «Sono pazzo del Boss, ho seguito i concerti che ha fatto a Madrid e Barcellona, oggi seguo questo a Roma, e subito dopo parto per Milano per quello di domani. Per lui andrei in capo al mondo». Ad accompagnare l'attesa dei fan, le grida insistenti dei bagarini, che cercano in ogni modo di vendere i loro biglietti. Impresa un po' ardua visto che, a seconda di chi vende, il prezzo oscilla tra gli 80 ed i 120 euro. Decisamente troppo per i pochi fan che ancora non hanno il biglietto e che quindi, con fiducia, si mettono in fila per cercare di acquistarne uno dei pochi rimasti al botteghino. La gente continua ad arrivare, nel cielo sventolano bandiere, foulard e fascette con impressa la faccia del cantante o con i testi delle canzoni. L'atmosfera inizia a riscaldarsi, cresce l' attesa e l'emozione, qualcuno comincia a canticchiare le sue canzoni. Quasi tutti indossano magliette con il viso di Bruce Springsteen, e chi ancora non ce l'ha, corre verso le bancarelle a comprarle; con poco più di 10 euro infatti è possibile acquistarne una. Qualche ragazza più accanita e audace ha addirittura comprato il perizoma con stampigliata sopra la foto del cantante: «È troppo ganzo lo slip con la foto di Bruce - dice la toscanissima Emy - non mi era mai capitato di vederli». I ragazzi davanti ai cancelli cominciano a moltiplicarsi, sono centinaia, e per mantenere l'ordine di arrivo ed evitare i troppi spintoni all'ingresso, hanno segnato sulle mani il numero che corrisponde al loro arrivo. Ogni ora poi viene fatto una sorta di "appello" per vedere se ci sono tutti: «È un modo per tenere sotto controllo la situazione - spiega Luca - vogliamo così evitare che la ressa che si forma all'apertura dei concerti, non trasformi questa emozionante festa in una lotta per chi deve entrare prima e chi dopo».

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