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di PAOLO CALCAGNO MILANO — Arriva con circa due ore di ritardo, fuma nervosamente ...

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È questo il titolo che l'ex «enfant prodige» dell'«acid jazz revolution» ha dato al suo sesto album (in uscita il 20 giugno) e al nuovo tour che a luglio lo porterà in Italia, con tappe a Genova (12-7), Modena (14-7), Lucca (15-7), Napoli, al Cornetto Free Music Festival (17-7) e Roma (18-7). Mister Kay, con il suo gruppo Jamiroquai ha venduto oltre 20 milioni di copie, ha vinto 5 Mtv Award e un Grammy. Inoltre, risiede nel Buckinghamshire e possiede oltre 20 potenti auto, fra cui diverse Ferrari. Eppure, lei sostiene di essere ritornato «per vendicarsi»: di che cosa, benedetto ragazzo? «Ci sono sempre rivincite e vendette da prendersi. Ad esempio, vorrei "vendicarmi" del fatto che da 5 mesi e 6 giorni non assumo cocaina, oppure che da circa 3 mesi per promuovere il nuovo album non ascolto più musica, né la mia né quella degli altri: in auto ho il nuovo singolo di Stevie Wonder, ma ancora non sono riuscito a sentirlo». Ok, la sua è una vita d'inferno. Sarà per questo che ha scritto il brano «Give hate a chance» (Dai all'odio una possibilità)? «Quel brano è un inno dei nostri tempi, pronto per il dj. Provocatoriamente, ho parafrasato il celebre titolo "Give peace a chance" di John Lennon. Nel mondo sono in corso 85 conferenze internazionali sul tema della pace, ma la gente continua a morire in guerra». E il soggetto del brano «The world he wants» (Il mondo che vuole), per caso è il presidente Bush? «Ha indovinato. Bush è il leader di qualcosa di terrificante che sta accadendo nel mondo e io gli ho dedicato una canzone. Lui, Cheney e Rumsfield sono dei criminali che fanno morire i loro soldati per controllare una regione in Medio Oriente allo scopo di farvi passare la pipeline del petrolio che in casa loro, oramai, incomincia a scarseggiare». Lasciamo la politica estera e torniamo alla musica del suo nuovo album: sbaglio o c'è più rock che negli album precedenti? «Sì, abbiamo alzato il tasso di rock. Ma non è rock puro, è piuttosto rock-sound-track, è funk-rock che dal vivo appesantiremo con le chitarre, stemperando l'elettronica. Ci sono anche brani con un groove "sporco". Volevo un certo impatto, per realizzare un mix tra presenze di "chitarre e mente malate" e il romanticismo tipico della nostra musica. A noi piace molto, e credo che piacerà anche ai nostri fans».

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