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Domande e risposte, ecco il Ratzinger-pensiero

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Dal rifiuto della morte al dissidio tra scienza e morale, mali e debolezze della nostra epoca

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E tenero e vero, nei panni di cardinale ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, e non ancora Benedetto XIV, Ratzinger emerge dal libro del giornalista Rai Giuseppe De Carli, nel quale è messa nero su bianco un'intervista al porporato trasmessa da Raiuno alle 19,30 nel giorno della sua elezione a pontefice. È un colloquio franco, sulle questioni sempre vive dell'uomo e della Chiesa, che riguardano il futuro e il passato delle due esistenze. Ratzinger si rivela un maestro della semplicità profonda, delle cose essenziali. Punta il dito su uno dei paradossi della nostra vita, «da una parte il consumo, dall'altra la miseria». Sulle paure dell'umanità la quale vorrebbe essere invincibile sulla morte, ed è pervasa «dal culto sbagliato della gioventù, assurdo e ridicolo», e non vuole imparare «che la vita appartiene alla temporalità». Ratzinger spiega perché certe eresie della storia diventano niente nel presente: «Si possono scomunicare le persone non le Chiese. La figura delle Chiese scomunicate non esiste. Le persone scomunicate nel 1054 non ci sono più e nell'adilà non vige il diritto ecclesiastico, si vive nelle mani di Dio!». Il "vecchio" cardinale fa il "padre" non esigente: «Una religione vale l'altra? No, no, non sono identiche. Tutti dobbiamo cercare con le nostre coscienze quanto è meglio per la salveza dell'uomo». E si diverte a ribaltare i punti di vista, ragionando sul fatto che il vero miracolo è il cristiano e non l'ateo, ribelle alla desolazione e alla condizione di sconfitto dalla natura. «Siamo portati a pensare che siamo troppo piccoli - dice - che la nostra ragione è troppo fragile per poter credere in dio. Eppure, in un mondo così frammentato e oscuro, milioni di persoe continuano a credere. Questo è un miracolo». E poi il nervo scoperto: l'uomo superiore, sapiente delle scienze, il quale non riesce a debellare le miserie che lo avviliscono e che addirittura a volte causa egli stesso, tollerando l'ingiustizia del sopruso. Ed ecco l'equazione che non torna: «Tutto ciò - spiega fermo il Papa - mostra che al crescere delle nostre possibilità non corrisponde una eguale crescita della nostra energia morale. La forza morale non è cresciuta. Eppure abbiamo bisogno di una morale pubblica. Il vero, più grave pericolo di questo momento sta proprio in questo squailibrio tra possibilità tecniche ed energia morale». Il colloquio termina con la domanda delle domande: «Quale sarà il futuro del Cristianesimo?». La risposta delle risposte: «Il Vangelo si domanda: "Quando Cristo tornerà, troverà ancora fede sulla Terra?"». Giuseppe De Carli «Fare la verità nella carità» da Joseph Ratzinger a Benedetto XVI Edizioni Ares, 96 pagg., 8 euro

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