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DOCUMENTARIO Il cammello che piange commuove e stupisce

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LA POESIA della natura. Cantata con voci sommesse da due allievi della Scuola di Cinema a Monaco, l'italiano Luigi Falorni e la mongola Byambasuren Davaa. Al centro, un gruppo di nomadi nel deserto del Gobi; la traccia narrativa, una madre cammello che, dopo un parto difficile, si rifiuta di allattare il suo cucciolo. Lo farà solo «piangendo», quando la commuoveranno un canto e il suono di un violino. Tutto dal vero, però con una vitalità cinematografica che consente ad ogni situazione, e ad ogni immagine, un'intensità non solo di racconto ma di emozioni, pur sorrette da annotazioni minime, prossime quasi all'universale. Come i grandi film di Flaherty. G. L. R.

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