E con Caterina Guzzanti il cinese diventa romanesco

La più piccola - per età e statura - degli altri due fratelli Guzzanti, Corrado e Sabrina, ha ormai intrapreso la sua strada e trovato un suo stile. Anche se non ama i film di kung fu alla Bruce Lee, non può fare a meno di apprezzare un genere fusion, come il film di Chow e come i lavori di Tarantino, perfetto mix tra arti marziali, western alla Sergio Leone e splatter comics, conditi da una distaccata ironia. Nel doppiaggio italiano è stato utilizzato il dialetto romano e siciliano, uno staff di doppiatori e due comici, esordienti in questo campo, come Marco Marzocca e Caterina Guzzanti. Per il primo ben sei personaggi da gestire, mentre per la Guzzanti quattro donne. Caterina Guzzanti, c'è una frase del film che dice: "La forza è debolezza e solo la velocità è l'arma segreta del kung fu". «È una massima che si può applicare di sicuro in tv, dove è fondamentale il ritmo per evitare che il pubblico cambi canale. Ma si può applicare anche alle corse dei cavalli». In che senso? «Vado a cavallo e gareggio nella corsa ad ostacoli, a livello regionale e nazionale. L'altra settimana, ad Arcinazzo, sono arrivata seconda per soli 7 secondi. Il mio sogno è gareggiare nel concorso ippico di piazza di Siena». Cosa ama del kung fu? «La sua filosofia e il modo con cui il cinema riesce a renderlo ricco di effetti speciali e di ironia, proprio come in "Kung Fusion". O come fa Tarantino quando realizza uno dei suoi capolavori, complessi e poetici. Ma con le arti marziali non ho un buon rapporto. Una volta, ho preso lezione di takewondo e ho subito sbattuto col sedere per terra: resto fedele ai cavalli e al mio modo occidentale di essere politicamente scorretta. Magari, proverò con lo yoga, ma continuerò a fumare. Nel doppiaggio ci siamo divertiti a recitare con i dialetti di Roma e Sicilia, invece che in mandarino e in cantonese, per rispettare la differenza tra due diversi linguaggi». Va d'accordo con suo fratello e sua sorella? «Non potrei che rispondere sì. Sono nata con loro in tv. Ma ora ho conquistato un mio stile, anche se, per alcuni, rimarrò sempre la piccola Guzzanti». Preferisce lavorare al cinema, in teatro o in tv? «Il cinema mi attrae, la tv se fatta bene mi piace e il teatro resta sempre la vera grande prova dell'attore, sebbene sia faticosissimo». Un'altra frase ricorrente in "Kung Fusion": "Da un grande potere derivano grandi seccature". «Sì, ma dal potere arrivano anche grandi agevolazioni». I prossimi progetti? «Sto scrivendo uno spettacolo teatrale che ricalca un po' tutti i miei personaggi comici, poi riprenderò a lavorare nella prossima serie di Bulldozer: sta andando molto bene, con l'audience dell'altra sera abbiamo battuto "Le Iene"». E il cinema? «Spero di essere diretta da Tarantino mentre cavalco in piazza di Siena e mi cimento in uno spericolato e acrobatico duello, con quelle indimenticabili scene d'azione ideate dal coreografo Yuen Wo Ping, ormai famoso dopo "Matrix" e "La tigre e il dragone».