Wenders e Gitai tra solitudine e scandali
Favorita la Portman con «Free Zone» che ha destato clamore per il bacio davanti al Muro del pianto
La storia è quella di una star western (Shepard), tutta sesso, droga e alcol, che lascia il set alla ricerca di se stesso e di un figlio che ha avuto da un passato amore. Di figli, alla fine, ne trova due, di donne diverse: Earl (Gabriel Mann) e una ragazza (Sarah Polley), con i quali impara a diventare e a sentirsi padre. Dopo quello di Cronemberg, di Haneke, di Jarmush e dei Dardenne, ecco un altro film che narra le problematiche tra padri e figli, tra fughe e occasioni mancate. Nel cast ci sono anche Jessica Lange - moglie di Shepard - e Tim Roth. Il film, in Italia distribuito a ottobre da Mikado, è un omaggio a John Ford e al western americano, per Wenders «luogo ideale del pianeta, dove ho incentrato la storia di un uomo che ha perso il nucleo della propria vita, il filo della propria esistenza: è una vicenda di solitudine che rivive nelle relazioni familiari. La madre che non lo vedeva da anni, pur collezionando ritagli stampa, spesso negativi, gli confessa che trent'anni prima una donna lo aveva cercato per dirgli che aspettava un figlio da lui. La notizia dell'inattesa paternità diventa così lo scopo della sua vita. Attraversa il Nevada, arriva nel Montana e ritrova una sua antiche fiamma (Lange) oltre ai figli. Avrei voluto girare nei luoghi di John Ford, nella Monument Valley, ma è stata una delusione andarci: quei paesaggi sono ormai legati agli spot pubblicitari delle sigarette. Il film subisce l'influenza dei dipinti di Hopper, sono sempre stato affascinato dai suoi quadri. Non credo ci siano implicazioni politiche in questo film - ha ironizzato Wenders. Non fatemi dire che non vorrei un padre come Bush». Insieme con la Lange, sembra favorita per la vittoria della Palma come migliore attrice, Natalie Portman, protagonista, insieme con Hanna Laslo, Hyam Abbas e Carmen Maura, del film di Amos Gitai, «Free Zone». Il regista israeliano torna sulla Croisette con un road movie, le cui riprese hanno destato polemiche in Israele e nel mondo, per un bacio che tra la Portman e Aki Avni davanti al Muro del pianto. Immediata e dura la contestazione di alcuni ortodossi, le riprese della scena sono state sospese ed è intervenuta la polizia. «Il film - ha detto Gitai - è un incoraggiamento alla pace e al dialogo, soprattutto le donne potrebbero avere un ruolo fondamentale nella realtà, come nel film, e riuscire laddove gli uomini hanno fallito». Alla Croisette piace, intanto, la famiglia Argento. Rai Trade ha venduto ai giapponesi il thriller di Dario Argento, «Do you like Hitchcock?», omaggio al maestro del brivido, con Elio Germano (l'attore di «Respiro»), primo film di una serie di 7 detective stories ispirate a Hitchcock. I giapponesi hanno anche un'opzione per i prossimi sei film della serie realizzati da Argento. La figlia Asia raccoglie, invece, consensi per le sue performance di dj nelle notti di Cannes: i suoi party sono i più richiesti, aperché - come ha detto Benicio Del Toro - sono i più divertenti e informali della Croisette. Asia è presente a Cannes in diversi ruoli: ha una piccola parte in «Last Days» di Van Sant, è una zombi killer nel film di Romero «Land Of the Dead» - di cui sono stati presentati a Cannes 15 minuti - , è protagonista del cortometraggio, presentato ieri, «Cindy, the Doll is Mine» di Bonello ed inoltre ha appena finito le scene di «Maria Antonietta» della regista Sofia Coppola, nel ruolo di Madame du Barry. Intanto Chris Blackwell della Palm Pictures ha comprato i diritti per il nord America e i Caraibi del film da lei diretto «Il cuore è ingannevole sopra ogni cosa» dal racconto omonimo di J. T. LeRoy. La Palm Pictures pensa di distribuire il film della Argento negli Usa a fine anno.