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E quasi la metà delle etichette — 240 su oltre 500 vini — rientrano nei 15 euro. «Il motivo di questa scelta — spiegano i curatori della Guida — è duplice. Per cominciare è inutile nascondersi dietro un dito, la congiuntura per il mondo vitivinicolo è di quelle veramente complicate, il mercato nazionale e internazionale balbetta, si cercano nuovi sbocchi, si applicano nuove politiche commerciali, in qualche caso anche disordinatamente. La nostra scelta è quindi la semplice registrazione di una realtà di fatto. Ma vogliamo allo stesso tempo dare un segnale positivo: la qualità dei vini continua a crescere, complessivamente, in tutto il nostro Paese anche a dispetto di annate difficili e questa ci pare la risposta migliore che i produttori italiani possano dare a consumatori, appassionati e operatori del settore. Insomma entro questi benedetti 25 euro si possono trovare tanti vini molto buoni, in molti casi buonissimi e di grande personalità». E in effetti nella selezione della Guida compaiono etichette di un certo livello. Guardiamo ad esempio alla Toscana. Non c'è ovviamente presenza di vini di eccellenza come quelli prodotti nella zona di Bolgheri (leggi il magnifico Sassicaia) ma compaiono ben tre rossi di Montalcino, un Brunello e diversi Chianti. Discorso diverso per il Lazio, regione che da qualche tempo sembrava avviata a una produzione finalmente di qualità. Invece stavolta nella Guida del Gambero Rosso ci sono solo due vini che possono entrare nella selezione: un Antinoo 2001 Casale del Giglio (10,10 euro), e un Grechetto Latour a Civitella 2002 Sergio Mottura (13,40 euro). Il motivo? «Il gran caldo — spiegano i curatori della Guida — ha portato non pochi problemi per quanto riguarda il livello di acidità presente nelle uve e ha prodotto un'ossidazione anticipata delle sostanze coloranti. E gran parte dei vignaioli e degli enologi che operano nel Lazio non prevedendo un'annata siccitosa e calda hanno ottenuto pessimi risultati». Ben rappresentati invece Trentino e Friuli, così come il Piemonte. E anche in questo caso se non si trova traccia di Barolo ci si può consolare con un Barbaresco e una sfilza di Barbera, Dolcetto, Roero, Moscato e Grignolino. Pa. Zap.

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