di GIAN LUIGI RONDI QUANDO SEI NATO NON PUOI PIU' NASCONDERTI, di Marco Tullio Giordana, ...
Toma, Italia, 2005. MARCO Tullio Giordana si conferma come uno degli autori più significativi del cinema italiano. Il suo sguardo attento, e la sua partecipazione spesso anche commossa, li ha rivolti di recente quei fenomeni che, negli anni Settanta, hanno coinvolto i giovani, la mafia, con i «Cento passi», una citazione fugace ma non per questo meno approfondita, del terrorismo, con «La meglio gioventù». Adesso prende di petto l'oggi e uno dei fenomeni più tipici della società italiana attuale, l'immigrazione clandestina e anche l'integrazione di tanti extracomunitari nei nostri ambienti di lavoro. Ancora una volta, però — con il contributo intelligente alla sceneggiatura di Sandro Petraglia e Stefano Rulli — non fa sociologia, così sceglie, per la sua osservazione, l'occhio di un bambino, Sandro, che passerà dall'infanzia all'adolescenza proprio venendo a contatto con questi problemi. È figlio di genitori abbienti (il padre, a Brescia, ha una fabbrica in cui lavorano anche extracomunitari). In vacanza su una barca di lusso, cade in acqua. Morirebbe affogato se non lo salvasse un giovinetto rumeno in viaggio su una «carretta del mare» zeppa di emigranti. Si affeziona a tal segno al suo salvatore e a una ragazzina con lui che si dice sua sorella, Alina, da portarli con sé a casa quando i genitori verranno a riprenderlo. Non lo ricambieranno, però, perché gli ruberanno quel che trovano e scapperanno. Solo dopo un po' la ragazzina lo chiamerà a Milano dove Sandro realizzerà, fra l'altro, che il giovane rumeno non era suo fratello ma il suo amante. Una delusione muta, ma con lacrime, che lo farà crescere. Tutto, appunto, dalla parte del bambino, prima gli agi, poi — tesissima — la caduta in mare, poi la desolata promiscuità del Centro di accoglienza, quindi la ferita di quel furto cui, in contrasto, segue, un palpito inconscio nei confronti di Alina. Senza concludere. Con i due visti da lontano, insieme ma sempre più sfocati... Sentimenti sottili, intuizioni psicologiche impalpabili, una lingua cinematografica che sa farsi poesia. Precisando ogni carattere, anche i secondari, dosando i contrasti e ricercando, nel dramma, il lirismo. Però sempre asciutto. Alessio Boni è il padre, l'esordiente Matteo Gadola il figlio. Con il segno di Giordana.