Allen: «Faccio film per non essere depresso»
Il primo, «Bashing» del giapponese Kobayashi Masahiro, racconta la storia di Yuko, liberata dopo essere stata un ostaggio in Irak e tornata nel suo Paese, dove riceve un'accoglienza difficile. Il secondo, intitolato «Kilomètre Zéro» e diretto dall'iracheno del Kurdistan Hiner Saleem, narra invece la storia di un giovane marito e padre di famiglia che parte per raggiungere le truppe di Saddam Hussein, nel conflitto Iran - Irak del 1988. Ma, nonostante i temi scottanti delle due pellicole in concorso, i riflettori erano tutti puntati su «Match Point» film fuori concorso di Woody Allen che torna ad occuparsi solo di regia, abbandonando per la prima volta l'amata New York, per tuffarsi in una Londra sconosciuta. Protagonista è un maestro di tennis (l'irlandese Jonathan Rhys-Meyers) che, nel bel mondo londinese, intreccia una storia con due donne (Scarlett Johansson ed Emily Mortimer): la commedia sentimentale si trasforma, però, in un thriller, con l'uomo coinvolto in affari loschi e deciso ad eliminare l'amante incinta, diventata perciò troppo scomoda. A Woody Allen interessava far vedere «come si può uccidere un innocente solo per camuffare un altro delitto: nella società non c'è castigo, ma solo ingiustizia, perché i grandi crimini restano impuniti. Per la prima volta, ho girato a Londra perché è sempre più difficile girare in Usa: gli Studios vogliono partecipare al progetto e non vogliono essere solo delle banche. Anche il mio prossimo film lo girerò a Londra per evitare compromessi: anche perché continuo a fare film soprattutto per distrarmi dalle mie depressioni». Passerà, intanto, oggi a la Semaine de la Critique, l'opera seconda di Daniele Vicari «L'Orizzonte degli Eventi», con Valerio Mastandrea e la giovane rivelazione albanese Lulzim Zeqja, tutto ambientato sul Gran Sasso, tra l'ambiguità degli schiavi-immigrati che pascolano le pecore e degli immigrati di lusso che arrivano, invece, da tutto il mondo per le ricerche nell'Istituto di Fisica Nucleare. Il film uscirà nelle sale il 20 maggio. Il regista ha voluto raccontare la sua montagna, visto che è originario di quelle zone, perché «il Gran Sasso è il simbolo della globalizzazione contemporanea. Mastandrea veste i panni di un fisico rampante che cerca di boicottare la sua collega e amante Anais (la francese Gwanaelle Simone). L'incontro tra il fisico e un pastore macedone - al quale la mafia albanese ha tolto il passaporto - genera tra i due litigi e fratellanza». Dopo Catherine Deneuve, si attende oggi un'altra parata di star: a cominciare da Asia Argento, protagonista dell'atteso «Last Days» di Gus Van Sant, oggi in concorso insieme con «Where the truth lies» di Egoyan, con Colin Firth e Kevin Bacon. Fermento anche per l'arrivo, atteso a giorni, di Monica Bellucci, protagonista di «The Brothers Grimm» presentato al marché di Cannes e diretto da Terry Gilliam.