Ripresa con successo l'edizione già diretta da Mehta con la regìa di Jonathan Miller

Insomma, sta alla "ministra riscaldata" come la fusione superrovente (in fase di sperimentazione in Europa ed in Giappone) sta ai primi tentativi di utilizzazione dell'energia atomica. Dopo lo scivolone registico con la «Tosca» inaugurale, si temeva che il «Don Giovanni» mozartiano, secondo spettacolo di un Maggio Musicale in bolletta, fosse un po' una «minestra riscaldata». È, infatti, una ripresa di un allestimento concepito da Jonathan Miller e Zubin Metha ben quindici anni fa per il delizioso "Teatro alla Pergola", non molto più grande di quello dove il 29 ottobre 1787 il «Don Giovanni» ebbe la "prima". In parte a ragione delle dimensioni del palcoscenico, il "Don Giovanni" Miller-Metha non è andato in giro per tanti altri teatri come i loro «Così fan tutte» e «Nozze di Figaro». Alla prima, la sera dell'8 maggio a La Pergola c'erano pochi critici (rispetto a quelli che una settimana prima avevano affollato la prima di «Tosca». A loro ed al tutto esaurito garantito dagli abbonato è stata servita una "ribollita" di altissima qualità, suggellata da 20 minuti di applausi dove 3 ore e mezza di spettacolo. Nell'eleganza del La Pergola, i personaggi (in costumi in bianco e nero, o rosa o varie sfumature del marrone) emergono dal grigiore notturno di una Siviglia appena accennata in cui i movimenti si scena non intralciano la continuità della musica; la regia di Jonathan Miller e le scene di Bob Israel hanno acquisito ulteriore fascino. La bacchetta di Zubin Metha avvolge ciò che avviene sul palcoscenico con estrema naturalezza, con purissima trasparenza e delicati sottointesi. Il cast è di altissimo livello: Erwin Schrott è un Don Giovanni al tempo stesso affascinante e malinconico, Natale De Carolis un Lepolerello spigliato, Giuseppe Filianoti un Don Ottavio appassionato e suadente, Alex Esposito un Masetto dolcissimo, Marco Spotti un Commendatore terrificante, le tre protagoniste femminili affidate a Mariella Devia (Donna Anna), Barbara Frittoli (Donna Elvira), e Veronica Cangemi (Zerlina) in gran forma. Soprattutto, lo spettacolo tiene magistralmente le fila di un complesso meccanismo di equilibri sia musicali sia scenici. Sia di concezione filosofico-politica sia di politica economica della transizione. Lo spettacolo verrà repliato fino al 22 maggio.