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«Un complotto per sostenere quel romanzo»

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Considerandolo una lettura di intrattenimento "le cui affermazioni dottrinali hanno una portata enorme", Ullate commenta una quarantina di passaggi dedicati da Brown a spiegare simboli e significati esoterici, mostrando come in molti casi prevalga l'imprecisione, ma come in altri l'interpretazione sia tendenziosa, forzata a tesi precostituite. Fra queste ultime, sono le logiche femministe a farla da padrone in un crescendo che scredita sia la concezione della donna nel cristianesimo sia la figura chiara e nobile di Maria Maddalena. Il condimento generale è il sesso che vede continuità fra culti isiaci, comportamenti degli ebrei coevi a Cristo, pratiche esoteriche del discepolato, concezioni successive dello hieros gamos, il matrimonio spirituale dei mistici di ogni tempo, di cui gli attori del Codice danno una lettura ignobilmente semplificatoria. I passaggi più critici che Ullate mette giustamente in evidenza sono due. Quelli relativi alla formazione del culto originario della dea (che avrebbe marchiato anche la predicazione e la vita di Cristo): dove è evidente che mancano riferimenti storici adeguati, mentre sono noti modalità e contenuti dell'emergere recentissimo del mito femminista. Quelli della continuità fra stirpe presunte del Cristo (derivante dall'unione con Maddalena, indicata come persona che è il Santo Graal) e dinastie regali merovinge che in Francia avrebbero rappresentato la vera continuità del regno di Sion. Forse Ullate esagera nell'alludere, rifacendosi a vecchie tesi di Hilaire Belloc, alla possibilità che dietro alla diffusione del Codice vi sia una vera e propria cospirazione internazionale contro la Chiesa Cattolica. Non vi è dubbio invece che sono migliaia i gruppi esoterici, in parte anticristiani che alimentano da secoli la polemica contro la legittimità del potere spirituale della Chiesa di Roma. Il Codice pare un caso commercialmente fortunato di questo incessante gusto del romanzare la vita di Cristo, l'uomo più importante apparso sulla Terra. Il Codice prende la strada dell'indagine poliziesca per fare le sue constatazioni. Non casualmente alcuni studiosi critici del Codice da Vinci hanno già mostrato che vi è continuità, non solo stilistica, ma di contenuti fantastici, fra Dan Brown e i romanzi che Maurice Leblanc, amante dell'esoterismo e frequentatore di sètte aristocratiche, ha dedicato dal 1905 in poi alla figura di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo francese a tutti ben noto. G.P.B.

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