Iacchetti: Mediaset non mi vuole più
«Il mio contratto di esclusiva scade ad agosto, ma già il 30 aprile avrebbe dovuto essere definito il mio futuro, invece non sento i dirigenti Mediaset da mesi - ha detto ieri Iacchetti, durante la presentazione dello spettacolo teatrale "Un virus nel sistema" di Richard Strand, per la regia di Massimo Nava, che debutta oggi al Manzoni di Milano - A questo punto mi ritengo fuori, anche se ciò non vuole assolutamente dire che potrei andare in Rai: non mi peserà stare per un po' lontano dalla televisione e dedicarmi al teatro, la mia vera passione di sempre». «Se penso a quello che ho dato a quell'azienda, ed è stato davvero tanto - ha continuato l'attore senza nascondere l'amarezza - Sono mesi che telefono e mi sento ripetere di risentirci la settimana prossima». «Sembra che tutti abbiano un solo pensiero: la campagna acquisti di Bonolis e di altri personaggi - ha detto ancora - sembra che tutti siano convinti che acquistando Bonolis gli ascolti siano già a posto. Paolo, comunque, è talmente intelligente e in gamba che avrà sicuramente pensato di tornare a Mediaset». Da anni, la prima parte di «Striscia la notizia», in autunno, veniva presentata dalla coppia Greggio-Iacchetti. Ma per la prossima edizione non è stato deciso nulla. «Eppure io ed Ezio eravamo la coppia migliore - ha detto, ammettendo poi di scherzare - ma mi sono piaciute anche molte delle coppie che Antonio Ricci sta mandando in video in questo periodo». «Antonio sta provocando tutti, il pubblico, l'azienda - ha spiegato Iacchetti - ma gli unici che rispondono e protestano pare siano gli integralisti di Striscia, quelli del genere guai a chi tocca solo una virgola...». La televisione comunque in questo periodo, secondo Iacchetti, è caduta nel medioevalismo più buio. «Ci sono solo reality - ha accusato - pare che non si possa fare più nulla se non chiudere quattro deficienti in una stanza e vederli mangiare, bestemmiare, per non dire di peggio». «Non so se rifarò Striscia - ha aggiungo Iacchetti - bisogna vedere. Mi piacerebbe, e una delle poche cose che vorrei fare in tv. Non dipende da Striscia? dagli autori di Striscia, è una questione aziendale. È una questione contrattuale ma il mio contratto non deve essere fatto come sempre, ingannandomi con il denaro, deve essere fatto un contratto con la qualità e non con questi "cacchi" di soldi. Usateli per pagare gli acquisti che fate della Rai». E qui il riferimento ideale è alla dirigenza Mediaset Iacchetti ha poi rivelato di aver «fatto vedere delle cose che non sono state valutate positivamente» a Mediaset «e quindi il programma che vorrei fare non posso farlo. Ma c'è. Comunque non mi importa. Aspetto che passi il Medioevo e torni il Rinascimento».