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Dionne Brand: «Vi racconto il Desiderio»

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E questi possono essere infiniti, Dionne Brand ne coglie uno degli aspetti e lo racconta nel suo ultimo libro, che si intitola appunto "Il Libro dei desideri". Perché la scelta di questo titolo? È la stessa autrice a fornire una spiegazione: «C'è un collegamento con quella che è la filosofia orientale, quell'attitudine a racchiudere i pensieri in un libro, come per esempio nel libro dei Ching. Io faccio questo attraverso Tuyen, la protagonista, che scrive un libro su ciò che non si può fermare: l'effimero e l'immaginario. Ed il libro di Tuyen è come se fosse senza titolo, perché i suoi desideri sono in continua evoluzione». È la storia di una famiglia di immigrati vietnamiti che arrivano in Canada. Dalla concitata fuga notturna, in cui questa famiglia perde il figlio, che continuerà a cercare per anni senza risultato. Sarà il destino a far incrociare nuovamente le vite della famiglia e del ragazzo disperso. Un destino carico di segnali premonitori. Una storia appassionante che Dionne Brand sottolinea: «Spero che emerga la passione che c'è dentro questo racconto. Soprattutto, perché è la molla che dovrebbe trascinare all'interno del libro. Inoltre, la città stessa, Toronto, ha una sua passione di fondo che ancora non gli è stata riconosciuta come è avvenuto per altre città». Attraverso Tuyen, l'autrice racconta la vicenda dal punto di vista di una ragazza molto giovane, è la figlia più piccola, che è un'artista. E l'artista è in genere un sognatore, che riesce ad esprimere i suoi desideri attraverso una grande passione, come fa Tuyen di notte con i suoi amici, figli anche loro di immigrati. Viene spontaneo domandare quale sia il desiderio principale che il libro vuole presentare e Dionne Brand risponde «Forse, sfidare la storia, liberarsi dalla storia». E per farlo lei ha scelto persone provenienti da lontano, da una cultura profondamente diversa da quella canadese. Perché? «In realtà, la scelta relativa all'Oriente è solo una parte della storia. Perché è ambientata per buona parte in Toronto, dove ci sono molte identità culturali diverse. Ed io mi sento affascinata dall'intreccio di queste differenti identità. In più, vorrei dire che vivo a Toronto da molti anni ed ho diversi amici di provenienza asiatica. Ma soprattutto, penso che i miei desideri non appartengano solo a me, bensì siano condivisi da altre personeà Compartecipazione e comunanza di desideri di molta parte di umanità».

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