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Presley padre e figlia in vetta alle hit parade

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Può capitare ai Presley, un nome che ancora conta nel mondo del music-business internazionale. Ad Elvis è toccato l'onore del n.1 in Inghilterra con «Crying in the chapel», un suo vecchio successo degli anni Sessanta, un brano che per la verità il giovane Elvis ascoltò nella versione di Rex Allen nel 1953. Proveniente dal mondo del rodeo, attore, cantante e chitarrista, Allen proveniva da Wilcox, Arizona, e fu per tanti anni un beniamino del Presley adolescente. «Crying in the chapel» venne portato al successo anche dagli Orioles, grazie alla potente voce del leader Sonny Til e nel 1965 fu la volta addirittura di una versione italiana, inevitabilmente di Bobby Solo, «La casa del Signore», che si avvaleva di un buon testo di Franco Migliacci. «Crying in the chapel» ha sempre posseduto una carica gospel, che permetteva ad Elvis di mettere in risalto la sua matrice di forte impronta religiosa, in buona sostanza tutto quello che da bambino aveva imparato in chiesa. Un grosso successo internazionale che oggi torna prepotentemente alla ribalta, mettendo in luce l'aspetto «black» di un grande interprete che forse ha trascurato troppe volte il suo repertorio. Se il padre è stato primo in Inghilterra, non scherza nemmeno la figlia, che ha appena pubblicato «Now what», suo secondo album, già nella top ten statunitense. Il disco è stato prodotto dalla stessa figlia di Elvis, coadiuvata dal chitarrista Michael Lockwood, suo attuale compagno, ed è in pratica il successore di «To whom it may concern» del 2003. Il nuovo disco della trentasettenne ereditiera contiene una cover di «Dirty laundry», un brano di Don Henley del 1983, utilizzato recentemente negli Stati Uniti dalla Abc nelle pubblicità della serie televisiva «Desperate housewives». All'album ha collaborato Linda Perry, che appare di persona sul brano «Shine», mentre tra gli ospiti è da annoverare Steve Jones, ex Sex Pistols, che suona su «Idiot» e su una cover dei Ramones, «Here today, gone tomorrow». La cantante sta supportando il disco con un lungo tour americano partito la scorsa settimana da Saint Petersburg, Florida, anche se per lei il vero problema sarà come al solito superare le diffidenze dello sterminato esercito dei fans di Elvis, severissimi con lei e con la vedova. Appassionati e intransigenti per i quali tutte le volte che si nomina Presley si deve fare riferimento solo ad Elvis. Nonostante ciò, «Now what», grazie anche ad una notevole promozione televisiva, non ha faticato a scalare le classifiche americane. La figlia di Elvis e Priscilla trascorse i primi quattro anni della sua vita a Graceland e quando i suoi genitori divorziarono seguì la mamma a Los Angeles, comunque continuando a far visita regolarmente al padre. Elvis morì il 16 agosto 1977. Nel 1988 Lisa Marie sposò Danny Keough e dal matrimonio, durato sei anni, nacquero due figli, Danielle e Ben. Nel 1994 sposò Michael Jackson e l'unione durò tre anni. Nell'estate 2002 sposò Nicholas Cage, un matrimonio che resistette solo tre mesi.

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