Addio a Libero
Accanto all'attore ci sarà Gerry Scotti nel ruolo del più caro amico del protagonista. L'arrivo dell'amatissimo Nonno Libero a Mediaset, dopo anni trascorsi in Rai, avviene dopo una lunga serie di polemiche seguite alla conclusione, lo scorso dicembre, della quarta serie di «Un medico in famiglia» per il cui ulteriore sequel non ci sono ancora notizie certe ma solo promesse da parte di Raifiction. È lo stesso Banfi a spiegare le motivazioni della sua scelta. Questo film Tv per Canale 5 si può considerare il suo primo passo verso Mediaset? «Era un evento in predicato già da tempo. Del sequel di "Un medico in famiglia" si continua solo a dire che si farà, ma notizie precise a me non sono mai giunte, al punto che tutti gli attori hanno pianificato diversamente la loro attività professionale. Io non ho mai avuto nessuna esclusiva né con Carlo Bixio produttore del serial né con Raiuno e posso, quindi, concedermi il privilegio di scegliere prodotti di qualità, da qualsiasi polo televisivo mi giungano. Il progetto "Il mio amico Babbo Natalino" è del produttore Valsecchi e racconta una delicata e commovente storia di amicizia ambientata nell'atmosfera dei giorni precedenti il Natale, attualmente in fase di scrittura. È probabile che con Valsecchi e sempre per Canale 5, io possa interpretare anche altre fiction, tra cui "Canto di Natale" tratto dal racconto di Dickens». In autunno, però, lei sarà ancora su Raiuno. L'addio alla rete potrebbe avvenire proprio a Natale? «Tra i precedenti impegni con Raifiction c'erano le riprese del sequel di "Un posto tranquillo", quattro nuove puntate di una fiction nella cui prima parte avevo avuto Nino Manfredi come partner. Ed ultimamente ho coronato un mio grande sogno: mi sono calato nel ruolo di Papa Giovanni XXIII nella miniserie "Bartali" che racconta la vita del grande ciclista, molto amico del Pontefice. La mia, però, è stata solo una partecipazione. Se la fiction di Raiuno sul Papa buono, andata in onda due anni fa, non fosse stata una coproduzione internazionale che imponeva un attore americano nel ruolo del protagonista, avrei dovuto essere io ad impersonare Papa Giovanni, col beneplacito di molti cardinali». Che ambiente spera di trovare a Canale 5? «Sono amico di tutti, avendo io iniziato la mia carriera televisiva circa 25 anni fa proprio sulle emittenti private che allora cominciavano a trasmettere. Ed è lì che ho collezionato i maggiori successi nel settore del varietà. Perciò il mio lo considero un ritorno più che un passaggio. E poi, lo ripeto, miro solo alla qualità del prodotto». Il suo ritorno al cinema avverrà con il sequel de «L'allenatore nel pallone»? «Per adesso questo progetto è accantonato. Ne sto valutando altri». Lei ha fondato anche una casa di produzione. Quali progetti ha in cantiere? «La AZ production ha realizzato fino adesso prevalentemente documentari. In futuro ho intenzione di produrre le pellicole da me interpretate, ad iniziare da "Piccoli padri" una fiction in cui sarò accanto a mia figlia Rosanna che affronta un argomento scottante: l'omosessualità dal punto di vista femminile».