Così i tedeschi in Italia si arresero agli Usa
Dietro il nome in codice Operation Sunrise, o Crossword, si celava il piano che mirava a ottenere la resa delle truppe tedesche in Italia. Le parole si incaselleranno a Caserta il 29 aprile 1945, con la firma della capitolazione, e l'alba della pace sorgerà il 2 maggio, con l'effettivo cessate il fuoco. I primi fili di una ragnatela fatta di inganni, omissioni, doppi giochi, riserve, ipocrisie politiche e realpolitik sono stati tessuti segretamente già a febbraio del 1945 a Berna, in Svizzera, tra il capo dei servizi segreti statunitensi Allen W. Dulles e il generale SS Karl Wolff che in segno di buona volontà fa liberare Ferruccio Parri e il maggiore Toni Usmiani. Dulles ha 52 anni, un curriculum da avvocato, diplomatico, esperto di finanza. Il generale SS Karl Wolff è l'alter ego di Heinrich Himmler in Italia; è convinto che la Germania non avrebbe potuto vincere la guerra e che la prosecuzione del conflitto avrebbe avvantaggiato l'Urss a scapito dell'Occidente. Gli Alleati si sono impegnati con Stalin a non sottoscrivere una pace separata con la Germania, ma le preoccupazioni in campo angloamericano, nella primavera del 1945, sono altre: l'esercito tedesco in Italia (800.000 uomini) è in ritirata ma pressoché intatto; c'è il rischio che il nord del Paese venga messo a ferro e fuoco e che la Wehrmacht per proteggere la via del Reich si getti in una battaglia di annientamento. Dulles teme anche la deriva insurrezionale italiana e l'arrivo dei sovietici fino a Trieste, Anche Churchill è d'accordo sulla necessità di occupare le zone vitali il prima possibile, pagando persino il prezzo del compromesso morale. Wolff cerca l'uscita di scena con onore e con un colpo di spugna sul passato. La vicenda della resa in Italia, rimasta pressoché segreta fino agli anni '70 ed emersa sull'onda lunga del Watergate, è stata efficacemente ricostruita da Elena Aga-Rossi e Bradley F. Smith, che firmano per Mondadori (Operation Sunrise, pp. 300, E. 18) la riedizione aggiornata del volume tradotto in italiano da Feltrinelli nel 1980. Un saggio indispensabile per mettere a fuoco le fasi che portarono alla fine delle ostilità attraverso trattative dirette in Svizzera tra angloamericani e SS, con la complicità interessata delle autorità elvetiche. Wolff agli inizi di marzo 1945 è nel consolato statunitense di Zurigo. Il generale ha trovato come conciliare il vincolo di fedeltà a Hitler parandosi le spalle dall'incubo di ripetere la "sindrome del novembre 1918", cioè del tradimento. I sovietici sono tenuti al di fuori dei giochi; in marzo e aprile si susseguono e inseguono lettere segrete tra Mosca, Londra e Washington, mentre Wolff, dopo il primo abboccamento, si raccorda con Himmler e Kaltenbrunner. Il feldmaresciallo Albert Kesselring, responsabile dell'intero fronte, verosimilmente sa qualcosa delle trattative, ma un incidente stradale lo ha messo fuori gioco e il bastone di comando è passa al generale Heinrich von Vietinghoff-Scheel, che in un primo tempo viene invece tenuto completamente all'oscuro. Il 14 aprile, con la situazione militare ormai compromessa, Wolff sonda la disponibilità ad aderire al suo piano dei generali d'armata Joachim Lemelsen e Traugott Herr. L'arrivo delle truppe Usa sull'Elba contemporaneo alla morte di Roosevelt (12 aprile) e lo sfondamento della Linea Gotica (15) inducono Churchill a chiedere al presidente Truman di interrompere le trattative dell'Operation Sunrise, cui credono invece tanto Wolff quanto Dulles che vuole sia la fine della guerra sia impedire l'insediamento delle truppe comuniste a Trieste. Il 21 aprile Wolff è a Lucerna. L'OSS ha informato delle trattative per una pace separata i Capi di Stato Maggiore che autorizzano il Maresciallo Harold Alexander a chiudere la vicenda al più presto. Anche Vietinghoff il 28 aprile, a Bolzano, è convinto da Wolff che non c'è altro da fare che arrendersi. Si decide di inviare l'ind