MOZART A ROMA

A pochi giorni di distanza dalla Turandot stasera sarà la volta, al Teatro Nazionale, dell'opera comica "Così fan tutte", conclusione della fortunata collaborazione del salisburghese col librettista Lorenzo Da Ponte. Per parlare del gioiellino mozartiano dalle studiate simmetrie amorose, il quale si ispira ad un fatto vero e precorre di molto certe arditezze erotiche odierne, niente di meglio che Gianluigi Gelmetti, qui impegnato nella doppia veste di direttore d'orchestra e di regista, bissando l'invasivo impegno del Barbiere di Siviglia dello scorso anno. Del cast faranno parte una corona di giovani interpreti come il tenore Vittorio Grigolo, da Gelmetti definito scherzosamente "il Cassano della lirica"(delicato Ferrando), Laura Cherici nei panni della scaltra Despina, l'esperto Bruno Praticò che debutta nel filosofeggiante ruolo del deus ex machina Don Alfonso. Saranno di scena anche Anna Rita Taliento (Fiordiligi), Giacinta Nicotra (Dorabella) e Mario Gagliardo (Guglielmo) «Mozart come Rossini deve rappresentare sempre uno dei pilastri della programmazione di un Teatro lirico - sostiene Gianluigi Gelmetti, che già lo scorso anno si provò con successo nella regia del Barbiere rossiniano - Mozart come Rossini fa bene all'animo, alla mente, al cuore: purifica l'ascoltatore. Alla fine entrambi ti fanno stare bene, ti esortano all'equilibrio ed alla purezza. Per questo non possiamo farne a meno. Del resto non a caso Rossini aveva una adorazione per Mozart». Per lei Mozart e Rossini sono interessi antichi.... «La forma sonata è quasi una metafora della vita. I temi che compaiono nella esposizione riappaiono poi nello sviluppo. Io così mi trovo spesso a tornare a sviluppare gli interessi della mia gioventù tra cui il teatro, che ho sempre amato. Ho seguito anche un corso di regia con Orazio Costa. Del resto una volta la figura del regista non esisteva ed oggi spesso è diventata sin troppo invasiva. Ogni regista si porta dietro le sue esperienze precedenti: c'è chi viene dal cinema, chi dal teatro, chi dalla scenografia. Chi come me viene dalla musica ha sempre un grande rispetto della partitura e dei tempi musicali. Il segreto è quello di trovare un equilibrio tra teatro e musica. La regia non deve mai violentare la musica». Ma Mozart ha molteplici valenze... «È ambiguo anche nelle sinfonie, non lo afferri mai. E' un diamante che cambia con la luce. Così i suoi personaggi. Tutti però in quest'opera soffrono come cani e nessuno ne esce bene, anzi i due uomini appaiono addirittura mostruosi». La lezione, per chi crede ancora ciecamente nell' amore, è dunque preparata.