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Lopez-Solenghi «Dopo Striscia ci separiamo»

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Questa settimana il duo nel Tg satirico

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E da ieri sera sono al timone, per una settimana, di «Striscia la notizia». Massimo Lopez e Tullio Solenghi sono tornati in video dopo le polemiche da cui furono investiti nell'autunno del 2002, all'indomani dell'esordio su Raiuno della striscia comica muta «Max & Tux» in onda dopo il Tg1 delle 20. Il mini programma che andava proprio contro «Striscia», fu accusato di realizzare un'audience inferiore a quella de «Il fatto» di Enzo Biagi, di cui avevano preso il posto. Ieri sera hanno esordito con le imitazioni di Papa Ratzinger e del vicepresidente del consiglio, Giulio Tremonti. Sono trascorsi tre anni e adesso siete su una rete concorrente. Cosa vi ha lasciato l'esperienza di «Max & Tux»? «Fortunatamente è stata un'esperienza circoscritta alla quale però, siamo andati incontro senza gli strumenti idonei per difenderci. Insomma siamo stati strumentalizzati: era un'eresia mettersi in competizione con Biagi proprio in quel periodo. La riprova ci fu quando fummo sostituiti da "La zingara" che, con le sue lune nere, non collezionava i nostri ascolti ma mise subito d'accordo tutti, dentro e fuori viale Mazzini. Oggi ci sono trasmissioni che, pur con ascolti non positivi riescono a sopravvivere senza scandalo, contrariamente a quanto accadde a noi. Ciononostante, con i nostri 35 anni di carriera alle spalle, siamo soddisfatti e riteniamo miracoloso continuare ad essere protagonisti della Tv». Ci saranno altre occasioni di vedervi in video? «Abbiamo sempre avuto proposte. Ma tra un'esperienza teatrale e l'altra preferiamo restare poco in Tv con appuntamenti di breve durata, cercando di scegliere le idee che ci piacciono senza l'assillo dell'audience a tutti i costi. Siamo sempre stati onesti con il nostro lavoro». Volete dire che non avete mai accettato compromessi? «Esattamente. Ci piace sottolineare, a chi ce lo chiede, che siamo rimasti "vergini" nel tempo. Abbiamo sempre mirato a esprimere con dignità le nostre doti artistiche. Certo in passato alcune scelte professionali sono state fatte in base a criteri non proprio selettivi. Ma siamo ancora oggi del parere che andavano fatte». Qual è il segreto della vostra coppia artistica? «La stima reciproca e l'autonomia. Infatti ciascuno di noi cerca di ritagliarsi i propri spazi nel lavoro. Tra le nostre esperienze singole in Tv, ad esempio, (è Lopez a parlare ndr) c'è stata la partecipazione di Tullio ad un programma di Rai Educational in cui si raccontava la storia del sindacalista Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse. Solenghi lo ha doppiato e ha letto il suo testamento spirituale. Un'esperienza emozionante. Dopo "Striscia" per un periodo non ci vedrete più insieme. Il fatto è che ci conosciamo a menadito, ci consideriamo due veri fratelli. Ogni tanto fa bene stare un po' lontani». Qual è la vostra opinione sulla Tv di oggi? «È molto differente da quella che facevamo noi un tempo. Troppo concentrata sui reality show». Anche voi ce l'avete coi reality? «Oggi la visibilità si conquista soltanto mettendo in piazza il proprio privato. Basta guardare Francesco Baccini, rispuntato agli onori della cronaca solo dopo i noti fatti sentimentali che lo hanno coinvolto ne "La fattoria". Noi siamo per la privacy più totale. Questa visibilità, però, non giova alle categorie dei professionisti dello spettacolo, come gli attori, che vedono diminuire, a favore delle creature dei reality, le proprie possibilità lavorative». Che tipo di telespettatori vi considerate? «I canali satellitari hanno aperto nuovi orizzonti, ma fortunatamente ci sono ancora isole felici e nicchie di professionalità nella Tv generalista. Ci riferiamo alla programmazione di seconda e terza serata ed a quella della mattina presto, fasce più slegate dall'audience».

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