«QUATTRO ERRORI DI DIO»
Storie e amori metropolitani svelano che anche Lui sbaglia
Il volume è composto da nove capitoli collegati fra loro da una solida struttura narrativa. La storia ha inizio in un esclusivo club inglese di Londra, il Traveller's, dove sir Malcolm Barry svela ai soci un mistero contenuto nei manoscritti di Qumran: il primo dei quattro errori di Dio scrupolosamente celato al mondo. Il secondo è rivelato invece da Mohammed, il tassista, che porta Malcolm Roselius e Martha, lui professore di storia del pensiero religioso in California, lei sua allieva e amante, in una Gerusalemme avvolta da una speciale sacralità. Il terzo errore è contenuto in una lettera mai spedita. Il quarto infine introduce al Museo di Storia Naturale di Central Park West di New York. Un'altra città, Il Cairo, come le altre, diventa luogo deputato a situazioni e climi che fanno di questo libro un libero esempio di fiaba yddish. Gli stessi personaggi ruotano intorno alla vicenda come simboli d'un sacerdozio ispirato, seppur laico: la loro umanità ha limiti e passioni, ma rappresentano anche un sicuro strumento di ricerca intenta a rispondere, o almeno a chiarire, il dubbio "eterno" che impegna da sempre religioni rivelate, storiche e illuministe. Quando un ragazzo, designato dall'autore "il fannullone", comunica alla madre di aver trovato un lavoro consistente nel salire su un colle «in cima al villaggio e guardare se arriva il Messia» per dare l'annuncio nell'eventualità che Questi giunga, lei gli pone lo scettico quesito: «Che razza di lavoro è l'avvistatore di Messia?». La risposta del fannullone è forse il succo di tutta la storia: «Hai ragione, mamma. Ma almeno è un lavoro permanente!». Ma le pagine più belle restano le lettere dei due ex amanti: l'ultima di Martha a Roselius, e l'ultima di questo a lei, lasciate sul tavolo come testimonianza di un'incomunicabilità che delega al lettore il ruolo di unico approdo ai propri disagi amorosi ed esistenziali. Doloroso ma necessario il recidere l'anima di un rapporto prima che questo recida l'anima stessa. Senza dubbio la scrittura del nostro autore, razionale e colta, nasconde un sentimento ardente, quasi una passionalità in cerca di risposte che forse non arriveranno mai o, se arriveranno, faranno parte di un'autonoma e personale riflessione. Nascosta dentro questo libro intelligente e profondo, rimane l'ansia di una verità metafisica che trova in una sorta di esorcismo terapeutico la sua ragion d'essere. E i quattro errori di Dio? Lasciamo al lettore il gusto di scoprirli. Eug. Zac. Ennio Cavalli, «Quattro errori di Dio» Aragno, 139 pagine, 13 euro