«AQUILE E ANGELI»
Al centro della vicenda, Max, da esperto giurista in Diritto internazionale a reietto, dopo il suicidio della sua Jessie. Sarà una giornalista radiofonica, Clara, a indurlo in un viaggio nella memoria di un amore che si incrocia con la realtà, ben più tragica, della guerra e della droga. Ma ciò che prevale sulla storia è il linguaggio denso, la sintassi incisiva e in certo qual modo telegrafica. Periodi brevi, se non brevissimi, ritmano il percorso narrativo di violenze ottuse, di ricorsi a paradisi artificiali per fuggire da se stessi, d'inconsolabili sentimenti e di "affari" molto sporchi. Non mancano piccoli riscatti o meschine vendette, visioni oltre il limite del decoro e crudeltà senza riserve. Un itinerario che non conosce ritorni né verticalizzazioni. Juli Zeh non risparmia momenti di "umanità" fin troppo estrema come l'esplorazione delle dita di Max all'interno delle proprie narici. Offre anche immagini di dolente e nera angoscia («Legioni di tarme riescono a infilarsi nella boccia dei lampioni, per poi crepare all'istante e formare grumi neri e informi nella parte interna del vetro») così come accensioni poetiche rivolte a una natura, quella umana, irreversibilmente perduta («Siamo una capsula in viaggio attraverso un mondo ostile perché immutato»). L'uso psicologico di termini talvolta spinti fino alla volgarità, non sconfina mai nel trash o tantomeno nel turpiloquio, poiché è sempre la stessa tensione linguistica a cogliere nel lettore una sorta di assenso, non privo di un qualche riserbo di carattere borghese («Lui disse: puttanella, dove sta l'adone? Lei disse che non lo sapeva. Dopo l'uomo le disse: bene, ora vado dentro a lavarmi le chiappe»). Insomma, Juli Zeh è abile nel condurci sino al fondo della nostra fragilità, della nostra zona d'ombra. Della nostra stessa condizione di cui siamo contemporaneamente vittime e artefici. Sta forse in questo il valore del romanzo («Stiamo entrambi seduti in silenzio, come due stracci... qualcuno potrebbe dire alla prima occhiata che i due stracci sono fatti l'uno per l'altro, sebbene in realtà non esiste un motivo evidente per affermarlo»). Senza dubbio questo libro rivela, nella sua autrice, una personalità di fascino e indiscutibile talento. Juli Zeh, «Aquile e angeli» Fazi, 377 pagine, 15 euro