Ilaria D'Amico «Ecco perché calcio è donna»
Padrona di casa a «Campioni, il sogno» su Italia Uno, conduttrice della diretta-gol di Sky
Innanzitutto perché starlette come Alessia Merz, veline come Elisabetta Canalis, conduttrici come Alessia Marcuzzi, ex Miss Italia come Martina Colombari, riempiono, grazie alle loro frequentazioni con i campioni più noti, i rotocalchi non solo televisivi di gossip. Ma c'è un'altra componente femminile che ruota intorno ai campi di calcio: è quella delle conduttrici sportive il cui numero aumenta di anno in anno. Dopo Alba Parietti che ai mondiali di calcio del '90, dallo sgabello di «Galagoal», dell'ex Telemontecarlo, ha fatto da apripista, tra le altre si occupano di calcio Paola Ferrari conduttrice di «Novantesimo minuto», Simona Ventura ed Ilaria D'Amico, padrona di casa, su Italia Uno del primo reality show dedicato al pallone «Campioni, il sogno» che dovrebbe essere riconfermato anche la prossima stagione. La D'Amico che occupa anche il pomeriggio domenicale di Sky Sport 1, con il talk show «Sky calcio show» in diretta dai campi di calcio per le partite di campionato, racconta a tutto tondo la sua passione per questo sport. E non solo. Partiamo da «Campioni, il sogno». Come spiega la ripresa del programma dopo l'iniziale scarso gradimento di pubblico? «Abbiamo pagato lo scotto di una preparazione e di un casting che avrebbero richiesto molto più tempo, data la complessità e la durata della trasmissione che non è un vero reality, in quanto i giovani calciatori della squadra del Cervia non sono seguiti dalle telecamere 24 ore su 24. Ma siamo stati in grado di apportare i dovuti aggiustamenti grazie ad un'esperienza che è andata rafforzandosi giorno dopo giorno. Ed oggi i risultati d'audience sono arrivati. Pensi che tutti i calciatori di serie A seguono il programma e si è creata una grande sinergia tra la massima divisione del campionato ed i concorrenti di "Campioni, il sogno" che giocano nella divisione Eccellenza». Il suo ruolo, invece, a «Sky calcio show» è completamente differente? «Solo in parte. Questo talk show che va in onda per cinque ore nel pomeriggio domenicale è l'unico che compendia la diretta delle partite ed i commenti a caldo dei protagonisti dai campi di calcio. Non c'è bisogno di chiacchiere sul calcio, come avviene altrove, perchè abbiamo la materia prima a disposizione». Qual è la sua opinione sul binomio veline e calciatori? «È quello più facile da coniugare perché ambedue le categorie sono dotate di un sex appeal e di qualità fisiche notevoli. Per le starlette dello spettacolo sposare un calciatore rappresenta uno status symbol, un modo per essere comunque protagoniste. Salvo poi verificare che magari solo il 10% dei calciatori sposa veline, top model e starlette». Ma sono davvero così viziati i nostri calciatori? «Io vedo questi ragazzi con occhi più disillusi ma soprattutto non li vedo viziati. Anzi spesso il loro impegno è superiore a qualsiasi aspettativa perché ci tengono a mantenere alti livelli di professionalità. Come in qualsiasi altro ambiente esistono contraddizioni e capacità differenti». Cosa pensa delle sue colleghe? «Alla Parietti va riconosciuto il diritto di primogenitura, non affascinavano solo le sue gambe ma anche la sua testa. La Ferrari è la dimostrazione che le donne nel calcio hanno un ruolo essenziale e la Ventura fa un intrattenimento sulle sue corde professionali».